Vincenzo Tieri
Figura primaria nel panorama letterario e culturale di Corigliano Calabro, Vincenzo Tieri nasce nella cittadina jonica il 28-XI-1895, in via Toscano n. 5, da Francesco e da Manetta Marini. (Il nome completo è Vincenzo Alfonso Angelo Raffaele Antonio Carmelo). Spirito precoce, studia nel glorioso Collegio-Convitto Garopoli e frequenta ancora bambino il vulcanico ed eclettico don "Ciccio" Dragosei, animatore e direttore del giornale Il Popolano. Nella tipografia di Piazza Cavour n. 31, fucina di tanti giovani talenti che, con gli anni, si sarebbero affermati su scala nazionale (Italo Carlo Falbo da Cassano Jonio, Ostilio Lucarini da Bologna, i coriglianesi Giuseppe Tricarico, Italo Dragosei, Luigi Bruno, Francesco Lettieri), il biondo Vincenzino dagli occhi celesti s'innamora della nobile arte della stampa. Il 1° maggio 1908, organizza nei pressi della Jacina, con alcuni coetanei, i lavori del Primo Congresso infantile coriglianese. La notizia, riportata da II Popolano n. 14 del 10 maggio 1908, mette in risalto non solo lo spirito creativo del personaggio, ma altresì profetizza quella che sarà la scelta di vita di Vincenzino Tieri, futuro direttore di un futuro giornaletto. Subito dopo, infatti, fonda Giovinezza, giornale che ottiene grande successo specie tra gli studenti del Garopoli. Distribuisce e vende personalmente Il Popolano e Giovinezza, spesso li legge nei vicoli di Corigliano ai tanti analfabeti di quell'epoca, convinto come è della funzione educatrice della stampa. Collabora a vari giornali calabresi, fra cui il Fra' Nicola di Cosenza. Frattanto, si sviluppa in lui l'amore per il Teatro, un mondo vivo e stimolante in Corigliano, sempre per merito di Francesco Dragosei. Vincenzino recita con alcune compagnie di passaggio, crea e dirige filodrammatiche, con i suoi amici recita le prime commedie scritte personalmente da lui. Non trascura gli studi regolari, anzi approfondisce la lettura dei classici e legge con avidità le opere dei contemporanei. La sua cultura si irrobustisce giorno per giorno, tanto che, ancora studente, viene chiamato ad insegnare nella Scuola Serale per Emigranti, istituita dal Comune nel 1911, sotto la direzione del prof. Nicola Gallerano. Nel luglio del 1913, il giovane Tieri si diploma presso il Ginnasio Magistrale di Rossano e inizia ad insegnare l'anno scolastico seguente. La guerra mondiale lo chiama soldato nel 1915. Prima di partire per il fronte, durante la manifestazione pubblica del 1° Giugno in Piazza del Popolo, esalta il patriottismo degli Italiani e li invita a liberare Trento e Trieste. Sposa il 1 luglio 1916 Filomena Francesca (detta Matilde) Garofalo di Rovito, da anni residente in Corigliano. Il 4 marzo, dalla coppia era nato il primo figlio, Gherardo Franco Costanza (sarà giornalista di valore e il primo coriglianese direttore di un quotidiano, II Buonsenso). Dal fronte viene richiamato per dare il suo contributo all'educazione dei giovani nella cittadina natìa e, nel 1916, è nominato membro del Patronato Scolastico insieme con Raffaele Amato. Nell'agosto dello stesso anno, pubblica la sua prima opera, una raccolta di otto novelle, dedicata ad una donna occulta, poeticamente amata da Vincenzo, ma che fa parte ormai del suo passato: L'inevitabile, novelle, Stabilimento Tipografico del Popolano, 1916, pp. 178. In settembre, l'Ispettore scolastico Adolfo Costa gli affida la Direzione amministrativa del Ricreativo-Asilo per i figli dei richiamati in guerra. Nel gennaio del 1917, pubblica per i tipi del Popolano la commedia in un atto Il Trabocchetto, dedicata a Gaetano Attanasio, già sindaco di Corigliano. In aprile, viene nominato Segretario della Sezione Comunale dell'Unione Nazionale degli Insegnanti Italiani e, nel giugno, Segretario della Sezione Comunale della Mutualità Scolastica Italiana. In luglio, su La Fornace, giornale che riunisce gli scritti dei migliori pensatori coriglianesi dell'epoca, numero unico a beneficio delle famiglie povere dei morti in guerra, a cura de Il Popolano, esce uno dei rari lavori teatrali pubblicati dal Tieri, Un marito, commedia in un atto. Il 28 agosto, nasce Aroldo, Vergilio, Shelley, secondogenito di V. Tieri, destinato a diventare attore acclamato di teatro e di cinema. Nel 1918, sempre per i tipi de Il Popolano, l'infaticabile Vincenzo pubblica un volumetto in versi, dal titolo La Parabola dell'Amore (pp. 119), opera di poesia fresca, armoniosa, ricca di pensieri e di concetti .(dalla recensione di Luigi Gallerano, in Il Popolano n. 15-16, 8 maggio 1918), con lettera-prefazione di Stanislao De Chiara. Nello stesso anno, la svolta fondamentale della sua vita: si trasferisce a Roma, dove viene assunto come redattore del quotidiano II Tempo. Quali i motivi di questa fuga dal suo paese, a cui lo legano tanti affetti e tante amicizie? L'ambiente paesano gli sta stretto, per cui ha bisogno di stimoli e spazi che solo la grande città può offrire, oppure esistono contrasti con qualche notabile della città? Non si sa di preciso. L'ipotesi più attendibile è la prima, suffragata da un emblematico articolo del Tieri apparso su Il Popolano n. 31-32 del 6 ottobre 1918, dal titolo La Calabria rivelata: gli uomini. In esso, quasi a volersi scusare con i suoi concittadini per la nuova strada intrapresa, afferma con forza, tra l'altro, che giunge un'ora nella vita intellettuale e morale di ciascun uomo, in cui le proprie forze sono paragonate al campo che dovrebbero fecondare, agli uomini che dovrebbero coglierne le messi e, se dal paragone balzi evidente e mortificante lo squilibrio, il bisogno della liberazione è inevitabile... sacrificare le proprie forze migliori là dove il sacrificio non abbia o non possa avere un legittimo corrispettivo di benessere morale e materiale è un eroismo di cui nessuno è capace. La seconda tesi, sostenuta da alcune voci malevole, cade di fronte a questa affermazione di principi e davanti al fatto che il Tieri, a pochi mesi dal suo trasferimento a Roma, torni a Corigliano per trascorrervi le vacanze estive (resta nel suo paese per tutto il mese di luglio e fino al 2 agosto). In effetti, pur lontano dal suo paesello, il Tieri rimane sempre legato ad esso e periodicamente vi ritorna per respirare le dolci brezze del patrio suol. E continua, intelligente e puntuale, è la sua collaborazione a II Popolano. Nel 1920, nasce il suo terzo figlio, Marcello (promettente poeta, morirà valorosamente come porta-bandiera del Reggimento cui appartiene nel 1942, durante la campagna di Russia). L'anno successivo, Guido Compagna, barone di Corigliano, eletto Deputato al Parlamento, sceglie V. Tieri come suo segretario politico. Nel 1922, al Teatro Quirino di Roma viene rappresentata la prima commedia scritta nella capitale da Tieri, La logica di Shylock, interpretata da Luigi Carini. L'ambiente culturale romano è davvero stimolante. E il giovane Tieri ha la possibilità di affermarsi come giornalista, commediografo, critico d'arte. Nella lunga attività giornalistica, dirige il Corriere del Teatro, quindicinale fondato a Roma nel 1925, Il Mattino di Roma (1947), giornale settimanale; è redattore-capo ed inviato speciale de Il Tempo di F. Naldi e del Popolo di Roma di P. de Cristofaro; collabora costantemente a giornali prestigiosi come L'idea nazionale, La Gazzetta del Popolo, II Buonsenso, II Reporter, II Giornale di Roma, II Corriere Italiano. Si afferma, tuttavia, dal 1932 soprattutto come commediografo. La sua produzione teatrale, continua e ricca, raccoglie ben 55 commedie, portate in scena da attori di fama nazionale, a cominciare da Ruggero Ruggeri, Renzo Ricci, Elsa Merlini, Evi Maltagliati, Paola Borboni, Ave Ninchi, Cesare Polacco, Giulio Donadio, Gino Cervi, a Paolo Stoppa e, tra gli altri, dal figlio Aroldo. Di lui si occupano critici famosi come Silvio D'Amico, Renato Simone, Ferdinando Palmieri. Le commedie più note Taide (1932), L'amore (1933), Le donne (1935), La paura (1936), Questi poveri amanti (1937), Interno 14 (1938), L'ape regina (1940), Servi e padroni, Chirurgia estetica (la più famosa), vengono rappresentate anche all'estero: Inghilterra, Spagna, Germania, Francia, ecc. Le sue opere vengono recitate in tutti i teatri italiani e, a volte, capita che nelle grandi città vengano messe in scena due diverse commedie in due diversi teatri nello stesso giorno. Negli anni '30, Tieri porta a Corigliano una recita de Il carro di Tespi, compagnia teatrale ambulante. Ormai affermato commediografo, gode la stima di attori, politici, uomini di cultura, che frequentano con regolarità la sua casa romana. A testimonianza di ciò, basti ricordare che il famoso attore teatrale R. Ruggeri chiude la sua carriera al Teatro Morelli di Cosenza con un omaggio a Tieri, recitando per l'ultima volta una sua commedia, Il barone di Gragnano. I lavori teatrali di Tieri, che hanno come protagonista la media borghesia, s'incentrano sui sentimenti dei personaggi, a volte moralmente sani, altre volte svuotati di ogni senso morale, sull'analisi dell'animo femminile, nelle sue varie sfumature. L'attività culturale non lo distoglie dalla passione politica, che si fa più pressante dopo la Liberazione. Vincenzo Tieri fonda con Guglielmo Giannini il movimento-partito L'Uomo Qualunque, ne diviene Segretario: e viene eletto Deputato alla Costituente. Regista e direttore di compagnie teatrali, dal 1955 al 1957 è Direttore del Piccolo Teatro di Palermo. Si interessa dei problemi del Teatro e degli Autori, per cui viene eletto negli anni '50 Commissario di Sezione della S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori) e Presidente Nazionale della S.I.A.D. (Società Italiana Autori Drammatici). Vincenzo Tieri chiude la sua infaticabile avventura umana il 4 gennaio 1970, a Roma. La città natale ha voluto onorarlo intitolandogli la Scuola Media Statale di Corigliano Scalo, autonoma dal 1° ottobre 1970. La delibera del Collegio Docenti è del 9-3-1972 (Preside il prof. Salvatore Garasto); il Comune esprime parere favorevole con delibera n. 267 del 14-41972; infine, il Ministero della Pubblica Istruzione con nota n. 7328 del 24-6-1972 intitola la Scuola Media di Corigliano Stazione a Vincenzo Tieri, uno dei figli migliori di Corigliano Calabro.
(Tratto dal libro "Gli Scrittori di Corigliano Calabro" di Enzo Cumino, pubblicato nel 1997)
Vincenzo Tieri - Nacque il 28 gennaio 1895 da Francesco e Marietta Marini. Studiò al ‘Garopoli’. Il primo maggio 1908 organizzò il Primo congresso infantile coriglianese. Collaborò con vari giornali calabresi tra cui il Fra’ Nicola di Cosenza. Ancora studente fu chiamato a insegnare nella Scuola Serale per Emigranti. Nel 1913 si diplomò presso il Ginnasio Magistrale di Rossano. Nel 1915 partì per il militare. Il primo luglio 1916 sposò Filomena Francesca Garofalo di Rovito. Nell’ottobre dello stesso anno pubblicò L’inevitabile, novelle, una raccolta appunto di novelle. Nel 1917 arrivò la prima opera teatrale: Il Trabocchetto. Pubblicò, inoltre Un marito, La Fornace, nel 1917, La parabola dell’amore, 1918. Si trasferì a Roma e venne assunto come redattore de Il Tempo. Nel 1921 divenne segretario politico del deputato coriglianese Guido Compagna. Nel 1922 al Quirino di Roma viene rappresentata la sua commedia La Logica di Shylock. Collaborò con prestigiose testate quali La Gazzetta del Popolo, Il Buonsenso, Il Reporter, Il Giornale di Roma, Il Corriere Italiano. Diresse il Corriere del Teatro, Il Mattino, di Roma. Fu redattore-capo e inviato de Il Tempo. Scrisse ben 55 commedie, portate in scena da attori di fama nazionale: Paola Borboni, Ave Ninchi, Giulio Donadio, Gino Cervi, Paolo Stoppa etc. Con Taide, 1932, entrò nel panorama teatrale nazionale dell’epoca. Dal 1955 al 1957 fu direttore del Piccolo Teatro di Palermo. Negli anni ’50 venne eletto Commissario di sezione della Siae (Società italiana degli autori e degli editori) Presidente nazionale della Siad (Società italiana autori drammatici). Nel 1957 è direttore del quotidiano Il Mattino, di Roma. Morì a Roma il 4 gennaio 1970.