Il rapimento di Alessandro De Rosis
All’imbrunire del 16 maggio 1868 il giovane barone Alessandro De Rosis, mentre stava per rientrare nel suo palazzo di largo Garopoli in Corigliano Centro( A Purtela), fu aggredito e trascinato via da alcuni uomini mascherati. A nulla valsero le sue richieste d’aiuto, a cui si aggiunsero le grida disperate della madre affacciata al balcone.
Il rapimento fu opera degli uomini del capobrigante Domenico Straface Palma, che da quasi dieci anni operava nel territorio della provincia di Cosenza. Fu una sfida senza precedenti al nuovo stato italiano. Proprio in quei giorni, infatti, era giunto a Rossano il colonello Bernardino Milon, espressamente inviato dal maggiore Sacchi comandante la zona militare della Calabria, col preciso compito di annientare le bande di briganti che ancora operavano in quel circondario.
L’avvenimento ebbe un risalto nazionale. Le imprese di Domenico Straface Palma trasfiguravano nel leggendario, era temuto dalle classi medie e godeva di un forte appoggio popolare, soprattutto nelle campagne. Non si macchiava di gravi delitti per spirito sanguinario, ma solo per necessità o per difesa. Era invece implacabile contro i traditori o i delatori.
Il brigante Palma sequestrò il De Rosis, perchè precedentemente la stessa famiglia De Rosis si era rifiutata di pagare una taglia richiestagli dal Palma. Il brigante scrisse un manifesto di vendetta, sul quale affermava che durante l'estate, avrebbe bruciato tutto ciò che i Rossanesi e i Coriglianesi possedevano e che avrebbe fatto prigioniero, appunto, il figlio di De Rosis.La banda tenne prigioniero il de Rosis per 36 giorni, rilasciandolo solo dopo l’avvenuto versamento di un riscatto pari a circa 60 mila ducati, una cifra enorme per quell’epoca, che servì a compensare l’estesa rete di manutengoli e di spie di cui il Palma si serviva spregiudicatamente.
TELEGRAMMA - Catanzaro 13 luglio 1869
Ill.mo Generale Sacchi, la testa di Palma mi giunse ieri al giorno verso le sei e mezzo. E' una figura piuttosto distinta e somigliante ad un fabbricante di birra inglese. La testa l'ho fatta mettere in un vaso di cristallo ripieno di spirito, e chieggio a Lei se vuole che la porti così per farla imbalsamare, non essendo capace nessuno di fare tale operazione. Nel caso affermativo me lo faccia prontamente sapere. Si sono fatte delle fotografie della testa e se riescono bene gliene spedirò un certo numero.
Il Comandante della zona militare
Colonnello Milon
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