PRESENTAZIONE
Carissimi lettori, eccoci di nuovo insieme, qualora ne abbiate piacere, con il terzo volume de “Le botteghe di una volta”. Non si può fare a meno di ascoltare il cuore, quando a parlare è l’amore per la tua gente, per il paese, per quei luoghi dell’anima che ti porti dentro da sempre. E così, sono tornato a scrivere altre pagine, a pennellare, a fissare su una nuova tavolozza vecchi ma lucidi ricordi su quelle botteghe e bottegucce dal sapore antico, che profumavano di semplicità e laboriosità, dove piano piano prendeva vita e si consolidava il tessuto sociale, economico e morale della nostra città.
Per tutto questo, e anche per dare al mio bisogno di lasciare qualcosa di noi, delle nostre radici a coloro che verranno, sento il desiderio di raccontarmi e raccontare aprendo, se pur in modo virtuale, quelle tante porte chiuse da troppo tempo. Tenere accesa la flebile luce della memoria è come bere un bicchiere di acqua fresca e limpida di sorgente quando hai sete in una giornata di calura. E ricordare non significa solo riavvolgere il nastro della memoria, ritornando indietro nel tempo, ma è soprattutto riappropriarsi di quei frammenti di felicità che abbiamo vissuto percorrendo quelle viuzze acciottolate, apprezzando i primi sapori del più grande dono che abbiamo ricevuto: la vita.
Ecco il motivo per cui la mia penna, quella del cuore, continua a scivolare sui fogli per riempirli di singole lettere che nell’insieme mi riportano nel passato. Una penna che non è un sismografo inarrestabile e neanche l’inchiostro è inesauribile. Pertanto, consapevole di ciò, con costanza, pensando che col tempo i giorni durano meno di un battito d’ali di una farfalla, continuo questo percorso della memoria, fino all’ultima goccia del dolce liquido nero del tempo, nella speranza di far conoscere alle nuove generazioni non personaggi illustri degni di essere ricordati da storici e da scrittori, ma semplici e umili uomini che hanno fatto del loro lavoro una ragione di vita.
Con l’augurio che questo terzo volume possa incontrare, come i precedenti, una favorevole e benevola accoglienza, se non altro per l’impegno e la passione profusi in questa minuziosa ed attenta rivisitazione dei luoghi e della vita di un tempo, mi pregio salutarvi con la cordialità di sempre e ringraziarvi della vostra attenzione.
Giovanni Scorzafave