Termini dialettali con spiegazioni
C
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Cacagghjə : balbuziente, una persona con un disturbo del linguaggio di origine nervosa. Questo termine, impropriamente, lo usavamo anche da ragazzini per offendere una persona che ci era particolarmente antipatica : “su nu cacagghjə"
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Cacalagghja : pegno , era un oggetto depositato da una persona che aveva commesso un errore durante un gioco (‘u cucuzzari, rota e rrutella, sutt’u liett' i Zamarìa,…..) e lo si restituiva solo dopo che questa persona aveva eseguito la “penitenza”.
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Cancariӓrə : mangiare molto e in modo esagerato. Spesso questo termine si usa , in senso dispregiativo, per evidenziare quando una persona in maniera sconsiderevole e irrispettosa nei confronti degli altri mangia qualche cosa: “Ta cancariàtə tutttə “
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Canchionghjierə : cretino, fesso, sciocco, scemo,stupido… Con questo termine si vuole indicare una persona scarsamente furba, poco elastica, per niente flessibile nei ragionamenti e soprattutto nelle azioni.
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Cannijamə : misuriamo. Un termine usato quando si giocava a “A mazza e ru trugghji”. A seguito di un mancato accordo tra i giocatori circa la posizione del “trugghji”, si procedeva alla misurazione e in tal caso uno dei giocatori diceva il termine :cannijams.
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Cantunə : masso, pietra, grosso ciottolo, …. Da ragazzini utilizzavamo i “cantuni” durante gli spericolati giochi delle “guerre” tra "bande" di ragazzi di vari rioni, ma anche durante i veri e propri litigi. Altri tempi.
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Caracèfili : monello. Ragazzo molto irrequieto, indisciplinato e maleducato, che fa scherzi impertinenti e birbonate , discolo, birichino... In merito a questo termine cito la frase molto eloquente : “su na bellƏ rrobbƏ i caracèfili”
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Carusiellə : salvadanaio.Contenitore di terracotta o di altro materiale, di diverse forme, con fessura in cui si inserisce il denaro da risparmiare. Da bambino ne avevo uno, ma, per esigenze familiari, non riuscivo mai a riempirlo.
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Catafunnə : ambiente sotterraneo, quasi grotte. Questi ambienti si trovavano, quasi sempre, nei grandi palazzi, nei cosiddetti “palazzi importanti”. Situati sotto il livello stradale servivano anche per mantenere fresci i cibi.
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Cazzicatùmmilə : capitombolo, ruzzolone. Una caduta all’improvviso e spesso rapida, verso il basso, per mancanza di sostegno o equilibrio. Una frase molto suggestiva, in merito, : “chi bellu Cazzicatùmmili cha bbigghjieti”
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Chianuzzilə : pialla. Attrezzo da falegname dotato di un largo ferro a scalpello, impiegato per spianare, assottigliare o levigare il legno. Quante volte per offendere una persona gli si diceva “su nu Chianuzzila”
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Ciavulə : gazza, uccello dal piumaggio nero e bianco, con becco robusto e coda lunga; anche questo termine, come altri ancora, si usava per apostrofare una persona pessimista e poco socievole : “su na Ciavulə”
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Cimùriə : forte raffreddore, malesse in generale, ma anche stato di prostrazione e profondo abbattimento psicologico. “ cacciati sta Cimùriə incuoll” era un modo per dire “ togliti da questo stato di abbandono”.
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Ciristiellu : frocetto, uomo omosessuale. E’ un modo dispregiativo, anche se in forma diminutiva , di chiamare (al maschile) le persone gay. "su nu Ciristiellu" è un'espressione dialettale coriglianese per denigrare, disprezzare, offendere una persona.
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Corchjə : buccia, parte esterna, più o meno consistente, della frutta. La buccia della mela, della banana,…. Si usa anche questo termine per indicare una persona resistente : “chi bbellə Corchjə chi tieni”, che bella buccia che hai(come sei duro).
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Crieleisonni : nervosismo. Con questo termine si descrive uno stato emotivo caratterizzato da una ipersensibilità agli stimoli e da una sproporzionata risposta ad essi. Tipica l’espressione “u mi feri inchjianeri i Crieleisonni “, cioè non farmi saltare i nervi.
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Cruocchi : gancio. Precisamente un gancio in legno a forma di bastone. L’espressione : “ Gghè nu cruocchi” , si usa per indicare, in senso poco rispettoso, una persona, spesso avanti con gli anni, con le spalle incurvate .
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Crusşckierə : russare. Respirare in modo rumoroso durane il sonno, e in maniera particolare durante il sonno profondo. Nel dialetto coriglianese quando si dice “sta Crusşckiannə” si intende anche semplicemente sta dormendo.
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Cuocc'i''ncienzə : Letteralmente, "grano di incenso". Con questa locuzione si vuole indicare un ragazzo mascalzone, birbante, monello, maleducato. Trovo molta analogìa con "na bbella rrobbə", cioè, ironicamente, "un bel ragazzo"