Maria Luisa Donadio
Maria Luisa Donadio nasce a Corigliano il 19 gennaio 1942 da Adolfo e da Giuseppina Attanasio. Dopo aver conseguito la Maturità Scientifica e il Diploma Magistrale, si iscrive alla Facoltà di Filosofia presso l'Università degli Studi di Bari; ma i suoi sogni giovanili si infrangono, perché è colpita dalla sclerosi multipla a placche.
Il male la porta a riflettere sul significato della vita. La risposta è l'accettazione senza limiti del disegno imperscrutabile di Dio, unico Bene della sua esistenza.
Tale riflessione è alla base della sua prima raccolta di poesie Un'esperienza forte, pubblicata nel 1983.
Quello di Maria Luisa è un canto puro, un salmo monodico che - pian piano - si apre a due o a mille voci, un ripiegarsi su ferite aperte che portano ad un Amore in cui sublime diventa ogni desiderio.
E' un canto che si fa preghiera, nell'accettazione gioiosa del dolore e nella contemplazione della natura, doni del Signore.
La seconda raccolta di poesie Una testimonianza (1987) contiene anche le liriche più significative pubblicate nella precedente silloge. Nelle poesie inedite si avverte ancora più forte l'abbandono dell'Autrice nelle mani del Signore, mentre qua e là si sviluppano i ricordi degli anni giovanili e le riflessioni sul paese natìo.
La terza silloge Sulla terra un grido (1989) raccoglie i canti di un cuore che ancora una volta, e con forza sempre nuova, si apre a Dio e ai fratelli.
Anche questo volume di 103 poesie ne contiene alcune già apparse nelle due precedenti raccolte.
In quest'ultima opera, la collocazione dei brani risponde ad un itinerario di vita che si allarga dai temi della propria condizione, della famiglia, degli amici, del paese, del territorio, alla visione sempre più attenta e critica verso i problemi della giustizia e della umana convivenza nelle varie parti del mondo. Il sociale investe l'"io" dell'autrice che trova la soluzione dei mali dell'uomo solo nel ricorso a Dio: "grido al cielo e Dio mi viene in aiuto".
L'inesauribile slancio del cuore e la sua limpida versatilità raggiungono spesso altissime vette di poesia e regalano a chi ad esse si accosta momenti di interiore rasserenamento.
La poesia di Maria Luisa Donadio è, perciò, un dono che alimenta sempre nuove energie e aiuta l'uomo a dare il meglio di sé, per, poi, raggiungere "lo spazio oltre il tempo".
La poesia-preghiera della Donadio, nata da una sofferta eppure gioiosa prova della vita, richiama ad analoghe espressioni di grandi innamorati di Dio, testimoni sensibili del tempo presente: R. Follereau, M. L. King, D. M. Turoldo.
(Enzo Cumino)
Un mio umile omaggio a Lei
Altre poesie di Maria Luisa Donadio
INVOCAZIONE PER LA PACE
A Te,presentiamo, o Signore,
i nostri cuori feriti
con urlo soffocato
e di pianto umidi gli occhi.
Volgiti a noi,
non corrugare la Tua fronte!
Fascia le nostre ferite,
dona pace ai nostri giorni.
Come carne da macello
i giusti e gli innocenti
cadono tra fiumi di sangue!
Dov'è la giustizia?
Il Tuo occhio sovrasta su tutte le cose,
nulla Ti è nascosto,
eppure l'uomo insidia il fratello,
perché non Ti vede.
Ma oggi e non più tardi
ascolta chi Ti chiama.
Lascia che l'uomo cammini
nel chiarore dell'alba e nel rosso dei tramonti
senza coprire il fianco con l'arco
per combattere il nemico, che lo assedia!
Donaci la tranquillità e non la spada,
perché si compiaccia il Tuo volto
e donandoci il necessario per vivere
percorriamo in pace le nostre strade.
(gennaio 1980)
(Sulla terra un grido, p. 47)
I MIEI VENT'ANNI
Sfiorita la giovinezza,
appassita prima che sbocciasse
ai vent'anni mai vissuti
lo spirito si rivolge.
Dove siete? Vi ho perduti!
Non vi cerco, non vi rimpiango
voglio solo quel sorriso
strappato con le lacrime e sospiri.
Non c'è più vitalità nei miei anni!
Ho tutto donato senza risparmi.
Attendo di posare in pace
11 capo tra le braccia del Padre
fino a vedere il Suo volto
per scrutare la luce dei Suoi occhi!
(gennaio 1980)
(Un'esperienza forte, p. 15)
CIELO DI CORIGLIANO CALABRO
Indistinte le voci,
che recingono
i campi di grano,
al mattino
non sanno trovare
la via che
conduce alla sera.
Mentre
le case ammutolite
e separate dal tempo
accendono i fuochi
di parole piene di ricordi,
si sente il bisogno
di ascoltare.
Si consuma in disparte
il cielo di Calabria
e nell'infinita odissea
di sogni per la distesa
di campi si procede.
Consumate le giornate
col respiro che si fa attesa,
si bussa alla propria porta
e, fermi, si resta
senza entrare.
Intanto la notte
disegna la luna che lascia immaginare
il Divino che nasconde
per lenire la sofferenza
della tua lunga attesa.
(Una testimonianza, p. 17)
Un ricordo di Maria Luisa Donadio
Maria Luisa Donadio una vita come un canto
di Giuliana Babini
La vita di Maria Luisa, prima ancora della sua poesia, è stata un canto, un canto di fede, ma anche la sua fede è stata un canto, un inno alla vita.
Tra le cose che colpivano in Maria Luisa e la rendevano così accogliente c'era il fatto che in lei c'era integrazione, c'era armonia tra fede e vita, mentre in noi spesso sono distanti, quando l'una non sembra negare l'altra!
Si può nell'immergersi nella vita concreta, fuggire la fede come qualcosa di alieno, si può, nel rifugiarsi nella fede, non tenere più in conto nella quotidianità dell'esistenza dello spessore della esperienza umana, si può invece, come Maria Luisa mostrava, imparare a tessere di fede i giorni che si vivono, qualunque ne sia il contenuto, e a intrecciare le ore con il ricordo del Signore, trasformando la propria presenza in benedizione, benedizione per tutti coloro che ci amano e ci circondano, nella gratitudine di una ricchezza che sorge sempre da relazioni vere, se si è trasparenti e sinceri come Maria Luisa, benedizione al Signore per ogni cosa ricevuta, anche la propria parte di sofferenza e dolore, fisico e morale, perché il suo amore non viene meno a chi di lui si fida, neppure nel silenzio e nel congedo della vita.
Stare con Maria Luisa faceva riconoscere, nella pace del cuore, insieme l'impotenza e la grandezza dell'uomo, la sua possibilità di trasfigurare ogni cosa e insieme la sua impotenza a dar corpo a tanti desideri. Potremmo dire: quante cose avrebbe fatto Maria Luisa se avesse potuto usare mani e piedi su questa terra! Ma forse le campane suonate a festa, secondo il suo desiderio, al momento del congedo terreno, non avrebbero avuto l'intensità del significato che invece hanno avuto; avrebbero potuto sembrare un applauso a una vita con tanti risultati e invece, così invece ci ricordano che l'opera di Maria Luisa è appena cominciata, là nella gloria può finalmente raggiungere, senza ostacoli, quanti le stanno a cuore, senza più mediazioni, ed essere accanto a noi nelle nostre fatiche a far sgorgare anche nel nostro cuore il suo canto di credente: "Vorrei cantare, Dio mio, l'ebbrezza di esserti figlia" Che noi viviamo in pienezza la nostra vita da figli di Dio quali siamo, questa è stata, è e sarà la gioia di Maria Luisa.
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I commenti su facebook
Giovanni, ho visto e rivisto piu volte il tuo meraviglioso link:definirlo commovente ( specie per chi avuto il piacere ed il dono di conoscere LEI)sarebbe poca cosa; identificarlo come bellissimo sarebbe pleonastico; catalogarlo tra le tue opere pregevoli vorrebbe dire semplicemente un "qualcosa in più". Allora come dare un nome a questa tua opera? Mistico, appagante dello spirito, sublime? Come allora? Forse semplicemente Meraviglioso, ecco -senza piaggeria alcuna o falsa adulazione Meraviglioso! LEI , anima santa, che nella sua sofferenza ha portato con Amore il peso della Croce di Cristo dandosi tutta a LUI e promuovendo l'Esempio del buon Cristiano, ha dato a noi tutti la certezza-non piu la sola speranza!-che vi è una valida ragione nel sopportare le pene ed i dolori:Cristo! Noi dobbiamo trarne le dovute conclusioni e determinazioni ! Ancora una volta : Grazie.
Anna Elleboro
Cher ami Merci, car grâce à vous, John, j'ai eu le plaisir de connaître cette grande dame, Maria Luisa Donadio. Je crois que ce grand poète a voulu nous donner ce qui était dans son cœur et dans son âme. Un véritable amour qui va au-delà de toutes les frontières dans le sens de l'infini. Merci à cette grande dame dans notre ville a été mis sur le dessus du château. Merci encore.
Giovanni Pistoia Quando il dolore è quiete e quieta la preghiera. Grazie, Giovanni, per il tuo video che ne esalta il silenzio carico di voci. Un caro saluto.
Maria Teresa Incutti Che dire....belle le parole,per chi le sa cogliere,e molto suggestive le immagini che l'accompagnano.....insieme riescono ad infondere nell'animo di chi guarda e legge una grande serenità!!!!!!