Correva l'anno 1912
Ospizio mendicità
La locale Congregazione di Carità, con lodevole pensiero, ha deliberato di fondare un Ospizio, dove potranno trovare asilo i vecchi inabili al lavoro, che mancanti di mezzi e di parenti, spesso si vedono languire per le vie.
Il Comune ha ceduto gratuitamente il locale nell’ex Convento di S. Francesco, e già si sono dati in appalto i lavori di rifacimento.
Speriamo vedere presto funzionare la pia istituzione.
(Il Popolano n. 5 del 29 febbraio 1912)
Il Popolano n. 7 e 8 del 3 aprile 1912
Il Popolano n. 11 del 26 maggio 1912
Il Popolano n. 15 e 16 del 13 luglio 1912
Per il nostro scalo ferroviario
I lavori di ampliamento testé compiuti, nel mentre hanno in parte esaudito i voti del personale dirigente della nostra stazione, hanno pure risposto ai principali desiderati della classe più interessata - i commercianti. II personale dirigente, o che venisse in trasferta o che i vi fosse mandato di residenza, notava subito l'angustia dei binari, la ristrettezza del campo di carico e scarico, le difficoltà di manovra, ecc. ecc. I commercianti poi, ora lagnandosi che il carro non poteva giungere perché la linea era ingombra, ora protestando perché non potevano calcare la loro merce, ora per una ragione ora per un’altra, reclamavano sempre contro l'insufficienza veramente vergognosa della Piccola Velocità. E se n'avessero ragione lo attestavano i commessi di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni che vedevano marcire le belle arance sul piano caricatoio, in attesa del carro che le trasportasse a Vienna o a Berlino; lo attestavano i commessi di Nizza e di Bari che vedevano le botti d'olio purissimo e fino ammonticchiarsi sullo spiazzale come legna fradicia; lo attestavano gl'incettatori di grano che, trepidavano pei loro sacchi, carichi del biondo chicco, accatastati e in balia del tempo. Quante preghiere e quante imprecazioni, quali proteste e quali suppliche per tanti anni hanno echeggiato intorno al Barraccone del Magazzino merci! Ma le preghiere restavano inascoltate e le proteste si smorzavano sul timpano del Gestore; che quello del Capo titolare era diventato sordo per aver... troppo nicchiato. Ma venne finalmente il giorno della riparazione, per la quale si cooperarono, ad onore della verità, un po' tutti, i nuovi capì stazione (in ispceie l'attuale sig. Colotta, al quale dobbiamo tributare una particolare gratitudine), l'ingegnere capo della sezione di Taranto,l'avvocato Berardelli, la nostra Amministrazione Comunale, il nostro modesto, ma sempre vigile Popolano e sopratutto, con l'autorità che gli viene dalla carica che riveste e con l'amore tutto proprio pei bisogni della sua regione, S. E. l'on. De Seta. Con questa concordia di voci, fu deciso l'ampliamento della stazione. Ora i lavori sono compiuti e non ci resterebbe che tributare come abbiamo fatto lodi e gratitudine. Senonché dobbiamo avvertire che il progetto d'ampliamento è stato eseguito appena nella sua prima parte, mentre resta ancora insoluto il problema del terzo binario e degli alloggi. Né basta, che la Piccola Velocità ancora ha un piano caricatoio insufficiente ed un magazzino angusto. Onde gl'inconvenienti che prima si lamentavano permangono sempre ed anche oggi vediamo la mercé ammonticchiata sui marciapiedi e indifesa, come vediamo i nostri trainieri fare sforzi erculei per potere caricare le traversine o i sacchì di carbone o di sansa, naturalmente fuori il campo del piano caricatoio che, per la sua ristrettezza è sempre ingombro. E' per questo che eleviamo la voce affinchè il progetto d'ampliamento dello scalo merci sia compiuto in tutte le sue parti - la giustizia non si compie a metà. - E' per questo che reclamiamo il secondo piano caricatoio, il prolungamento del capannone Piccola Velocità, la sistemazione del magazzino, ecc. Giacché questi lavori sono stati riconosciuti indispensabili ed urgenti dai tecnici e dalle esigenze stesse del servizio ferroviario, è opera di buona amministrazione, nonché di doverosa giustizia, che vengano definitivamente sistemati.
(II Popolano, 1912)
Comunicato sanitario
La sfrenata corsa al rincaro della vita ha messo la classe medica in condizioni d'inferiorità rispetto alle altre classi sociali, anche le più umili, le quali tutte, chi più chi meno, hanno trovato il loro equilibrio, conseguendo un miglioramento adeguato alle nuove esigenze e ai crescenti bisogni. In tale stato di cose era naturale che i medici dovessero una buona volta pensare alla loro strana condizione di operai mal retribuiti e di creduti borghesi e, come le altre classi sociali, hanno visto che la sola organizzazione può rialzare il loro prestigio già in continua depressione. Sicché dopo una lotta annosa, hanno ottenuto dal governo, in tutta Italia, la formazione legale di ordini sanitari provinciali preposti a tutelare la dignità professionale e a stabilire una tariffa minima per ogni prestazione medica o chirurgica, a cui nessun medico, per qualsiasi motivo, può e deve derogare. L'ordine dei medici della provincia di Cosenza nell'assemblea generale dei 26 luglio 1912 ha approvato la tariffa minima che diamo sotto e ch'è già andata in vigore; ma i medici di Corigliano, dopo ponderato esame delle condizioni locali e di ambiente, e in seguito a speciale concessione transitoria dello ordine stesso, hanno voluto ridurre ancora e semplificare la tariffa minima ufficiale; però, per ovviare al mal costume dello sfruttamento, e, occorrendo della denigrazione, hanno stabilito che le visite, senza alcuna eccezione o, particolarità per chicchesia, vengano pagate alla mano, visita per visita, come in generale si pagano tutte le prestazioni d'opera. Tariffa minima approvata e stabilita dai medici di Corigliano Visita ordinaria sia in casa del medico che dell'ammalato, con o senza iniezioni ipodermica L. 2 (nelle cure lunghe e per le famiglie di scarse risorse economiche, si riduce a L. 1 dalla ventesima visita in poi). Visita d'urgenza di giorno L. 5. Visita d'urgenza di notte (da un'ora di notte in poi) L.15. Visita fuori dell'abitato (secondo la distanza) da L. 10 a L. 30. Visita fuori del Comune L. 50. Consultazione con relazione scritta L. 10. Consulto sia nel consulente che nel curante L. 5. Assistenza di tutta la notte nell'abitato L. 50. Assistenza di tutta la notte fuori l'abitato, secondo la distanza da L. 80 a L. 100. Visita con iniezioni di si ipodermoclisi, impacco, bagno, lavanda gastrica ecc. L. 10. Certificato di salute o di malattia L. 5. Certificato di morte L. 2. Dichiarazione giurata L. 20. Estrazione manuale del feto, secondamento artificiale L. 50. Applicazione di forcipe o rivolgimento L. 100. Idem fuori l'abitato da L. 130 a L. 150. Incisione di raccolta purulenta, sottocutanea, sbrigliamento, medicature difficili e prolungate, brevi suture cutanee, cateterismo ecc. da L. 5 a L. 10. Riduzione di frattura o lussazione con relativo apparecchio da L. 15 a L. 40. Zaffo nasale, vaginale o uterino, puntura dell'idrocele, operazione della fimosi e parafimosi, toracentesi, paracentesi, riduzione col taxis di ernia strozzata o intasata, asportazione di piccoli tumori non cavitari, ed altre piccole operazioni da L. 10 a L. 50. Operazioni di maggiore importanza compenso da convenire caso per caso.
Varcaro dott. Vincenzo
Fiore dott. Vincenzo
Cimino dott. Giuseppe
Gianzi dott. Francesco
Noce dott. Pasquale
Policastri dott. Luca
Tricarico dott. Nicola
Persiani don. Michele
(Il Popolano n.31 del 30 ottobre 1912 )
I nati del
1912
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I morti del
1912
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