Correva l'anno 1904
Il Popolano n° 3 del 18 febbraio 1904
La chiesa d'Ognissanti
Dopo parecchi mesi di assiduo lavoro, la nostra chiesa parrocchiale d'Ognissanti, può dirsi totalmente restaurata, e verrà forse riaperta al culto dei fedeli, il 2 del prossimo febbraio, festa della Purificazione di Maria SS. Solo chi conosceva lo stato miserando in cui si trovava quella chiesa, potrà valutare l'importanza dei miglioramenti che vi sono apportati. Più che un luogo dedicato al culto divino, essa sembrava una lurida stamberga, priva di aria, di luce, di decenza. Ora se non fosse per la località immutata si stenderebbe a riconoscerla. Il tetto è stato elevato di oltre due metri, e i finestroni di molto ingranditi danno all'interno della chiesa molta luce. Le pareti, gli altari abbelliti,cornici, cornicioni, colonne e capitelli, lavoro paziente del capod'arte Belluci Alfonso, non lasciano a desiderare. L'impalcatura, del tetto, fatto a cassettoni dal falegname Candia Giovanni, e lavorato a colori ed oro dal pittore Maresca fa proprio un bellissimo effetto. Tutte le cornici delle parete e degli altari sono anche ad oro, e vi si vedono dei bellissimi affreschi. Nuovi lampadari di varia dimensione completano l'interno della chiesa. Riformata anche in modo più regolare è stata la breve gradinata esterna: nuovo di pianta il frontespizio; più elevato il campanile. Insomma, la chiesa di Ognissanti ha ora acquistato l'aspetto di un luogo dedicato al culto, e nell'insieme è un'opera riuscitissima, alla quale furono spese alcune migliaia di lire. Di essa va data principalmente lode al Rev. Parroco Pasquale Vulcano che ne sostenne la spesa e ai bravi capid'arte Bellucci e Candia, nonché al pittore Maresca per la esatta esecuzione dei lavori.
Bilancio e opere pubbliche
II bilancio del comune di Corigliano è uno dei più pingui fra quelli degli altri comuni della provincia, e se per lo passato vi fossero stati sempre dei buoni Amministratori, che il bene e l'interesse pubblico non avessero posposti al bene e agli interessi privati, Corigliano sarebbe al presente una cittadina modello. Infatti, il bilancio del nostro comune raggiunge una somma di circa 230 mila lira d'introito con altrettante di spese; somme formate in buona parte di beni patrimoniali, perché, oltre dei dazi di consumi e la sovrimposta, in Corigliano non vi sono altre tasse; e ciò non è poco. Ora, se si consideri che le spese ordinarie non ammontano che a poco più di centomila lira, i fondi per le spese straordinarie e facoltative sono abbastanza pingui. E se una piccola parte soltanto di queste somme si fosse spesa in opere pubbliche di vera utilità, non andiamo errati dicendo che Corigliano presentemente dovrebbe essere una delle più civili e belle cittadine della Calabria.
(N. 1-2 del 30 gennaio 1904)
La festa di S.Giuseppe
La festa di S. Giuseppe, celebrata il 19 del passato marzo, ci ha confermato una volta di più il buon andamento della Congrega che s'intitola col nome del Santo. I confratelli rutti, e gli amministratori precipuamente, gareggiano di zelo, e, mercé la loro cooperazione, la festa di S. Giuseppe è divenuta una delle migliori feste religiose della città nostra. Nulla vi è mancato di quanto può rendere solenne e gradita al pubblico una festa; quindi bellissima illuminazione nell'interno e al di fuori della chiesa di S. Pietro: spari continuati, anche durante il novenario, fuochi artificiali e musica sceltissima; essendovi stata, oltre a quella cittadina, anche la banda di Tricarico (Basilicata) la quale sotto la direzione del bravo maestro, Vigilie Nicotera, ci fece gustare pezzi di armonia assai belli. Dotta e forbita, come sempre, fu l'orazione panegirica del prof. Di Napoli, che con la sua facondia e la sodezza degli argomenti ha saputo attirarsi l'attenzione e il plauso del pubblico. Al bravo Priore Tortorelli V. e all'operoso Tesoriere Grillo G. mandiamo una pubblica lode e i nostri rallegramenti per la buona riuscita della festa.
(N. 5 del 10 aprile 1904)
La festa del Patire
Domenica, 15 corrente, come avevamo annunziato nel precedente numero, si celebrò, nell'antica chiesa della Badia del Patire, la festa della Madonna. Il concorso dei fedeli è stato immenso: esso ha sorpassato di molto quello degli altri anni, e, procedendo sempre così, è da ritenersi che questa sullo storico monte Patire diverrà, negli anni avvenire, una delle più popolari feste. Come negli altri anni, vi è stato un buon numero di venditori ambulanti di mercé svariata che con le loro voci assordavano la gente. Era un vero mercato: e se i promotori di questa festa, volessero far le pratiche per averne legale autorizzazione, farebbero opera meritoria. Sin dalle 5 del mattino, la vasta spianata davanti la chiesa stessa era gremita di popolo, da rendere molto difficile il transito. Gente di ogni età, di ogni sesso, di ogni gradazione sociale. E mentre la musica di Corigliano eseguiva svariati e scelti passidoppi sinfonici, i venditori ambulanti incitavano, con alte grida, il pubblico a fare acquisto della loro mercé. Funzionò in chiesa, coadiuvato da buon numero di sacerdoti coriglianesi, il molto reverendo e dotto canonico Lavorato, che intermezzò la messa con un lungo e dotto discorso, in cui espose la storia dell'antica Badia del Patire, fin dalla sua fondazione. Terminata la messa, si portò in giro, all'intorno del secolare e dirupo fabbricato, la statua della Madonna. E allora si vide un bellissimo colpo d'occhio. Tutto quell'interminabile verde prato era a'dirittura coperto da una folla immensa dagli svariati colori, dalle migliaia di persone, e il dilettante fotografo Manna volle ritrarre quel grandioso gruppo. Prima di ritirarsi la processione fu anche incendiato un piccolo fuoco pirotecnico e vi fu sparo di mortaretti.
(N. 8 del 22 maggio 1904)
L'epidemia del vaiolo
Mentre per parecchi giorni si era mantenuto in limitatissime proporzioni, tanto che nel lazzaretto non vi erano che solo 14 colpiti dal morbo, dal giorno sei, coli'aumento del caldo, si è notato un aumento nel numero degli attaccati, specie nel quartiere Falcone. L'Amministrazione comunale ha preso gli opportuni provvedimenti per impedire la diffusione del morbo, isolando gli ammalati che vengono subito trasportati nel convento degli ex cappuccini, ove si è istallato un medico che vi sta anche di notte. Alle precauzioni adottate dalla comunale Amministrazione è però necessario che vi concorra anche l'opera di tutti i cittadini. Raccomandiamo specialmente alle madri di famiglia di non tener celati i loro bambini che fossero colpiti dal morbo, per, paura che siano portati al lazzaretto. Sappiamo che là vengano curati con tutti i mezzi consigliati dalla scienza, e trattati meglio che in famiglia. Raccomandiamo a tutti generalmente la massima polizia delle abitazioni e del corpo; di non tenere in casa animali sudici: cambiare spese e mandare al bucato la biancheria e le vesti; mantenere la massima nettezza nelle vie, nei vicoli e specie nelle stalle e nelle latrine. Poiché solo con una assoluta e completa pulizia ed una rigorosa osservanza delle norme igieniche il male potrà essere domato sul nascere. Tributando poi una pubblica lode alla comunale Amministrazione per gli energici provvedimenti adottati, Le raccomandiamo di far usare, pel trasporto dei colpiti al lazzaretto, delle barelle chiuse, sia per maggior cautela degli ammalati, sia per evitare quell'accorrere di ragazzi attornoa coloro che li portano, con pericolo di maggior diffusione del morbo.
La processione del Santissimo
Giorno 5, verso sera, vi fu la bellissima e solenne processione del Santissimo, uscito dalla Chiesa del Rosario, e portato per la città dall'Ecc.mo Arcivescovo Mazzella, seguito dalla musica e una gran calca di uomini e di donne. Un bravo agli Amministrazione della Congrega del Rosario per la riuscita organizzazione della festa. Un incidente imprevisto venne a disturbare un po' la serenità della festa. Giunta la processione nel largo Garopoli, sorse questione tra Valente Domenico e Amica Natale perché questi non volevano levarsi il cappello, mentre l'altro gli diceva di toglierselo. Stavano per venire alla vie di fatto, quando accorsero i Carabinieri, che cercarono calmarli con le buone. Ma il Valente si ribellò alla forza con pugni e spinte e ci volle non poco per condurlo in carcere. Il fatto portò un po' di scompiglio fra la folla, ma la processione procedette regolarmente.
(N. 10 del 9 giugno 1904)
Vaiuolo: paure infondate
A sentire quel che si scrisse e si disse intorno al vaiuolo apparso in questa nostra città, per lo meno si dovrebbero verificare in essa quaranta o cinquanta casi al giorno con almeno una decina di morti. Qui però nessuno si avvede dell'esistenza del vaiuolo: in due mesi non si sono verificati che una cinquantina di casi quasi tutti guariti, non restandone al luogo dove vennero curati che appena una decina, tutti in via di guarigione. In tutto questo tempo non ne sono morti che solamente cinque, morti perché tenuti alcuni in campagna e senza cure, altri per complicazione di malattia. La paura che ispira la voluta infezione di Corigliano è quindi del tutto infondata. Per più giorni non si sono verificati casi e il vaiuolo, per altro assai benigno, può ritenersi ormai cessato, mercé gli energici provvedimenti suggeriti da questo ufficio sanitario e dalla comunale Amministrazione adottati fin dai primi giorni del male. Infatti, quando il 3 volgente mese venne qui l'egregio Prefetto della provincia, accompagnato dal medico provinciale, restò soddisfattissimo delle misure adottate, tanto per la disinfezione e la vigilanza nella città, quanto per i preparativi nel lazzaretto, dove tutto era pronto per la cura degli attaccati.
La festa di S.Antonio
La paura del vaiuolo ha fatto sospendere dalla competente Autorità le processioni religiose. Si permise solo, per un breve tratto, quella di S. Antonio, la di cui chiesa trovasi quasi fuori dell'abitato. Ciò non ha impedito che la festa di S. Antonio fosse fatta con la consueta solennità in chiesa, con bella illuminazione alla veneziana e a luce elettrica all'esterno, con musica e spari di mortaretti, nonché un bel fuoco artificiale nella sera; cose tutte che hanno attirato in chiesa buon numero di devoti. Funzionò il rev. De Napoli, prof. del Seminario di Rossano, che vi tenne anche il pergamo con una dotta e fiorita orazione. Di tutto va data lode all'ottimo Cappellano rev. Ciollaro.
(N. 11 del 25 giugno 1904)
Un bravo "tagliatore" da uomo
Abbiamo fra noi il bravo giovine Godino Vincenzo di Antonio, che ottenne il Diploma di primo grado qual tagliatore da uomo, in Milano, dalla Commissione esaminatrice dell'Arte del taglio, presieduta dal prof. Francesco Pasanini. Di ciò va data anche lode al maestro del Godino, sig. Quintino Leonelli da Treviso, il quale seppe così bene preparare il nostro giovane concittadino da riscuotere gli applausi di tutta la Commissione. Fu quindi il Godino chiamato a Venezia, qual tagliatore nel premiato laboratorio del sig. Luigi Leonelli e poscia nella rinomata sartoria Cappellini. Ci duole che il Godino voglia fra non molto recarsi a New York, dove potrà certamente avere uno splendido avvenire. Ci piace però che egli lascerà qui grato ricordo di sé, dando ora lezioni di taglio al negoziante sarto sig. Alfonso Longo. Speriamo così di avere anche in Corigliano un ottimo sarto.
Al Tiro a Segno
Finalmente, dopo circa venti anni di aspettativa, questa nobile istituzione, mercé l'energica cooperazione del suo presidente avv. Eugenio Spezzano, e del Consiglio di Amministrazioni pare che voglia fare qualche cosa di concreto. Si è fatto il campo di tiro con le relative casette per i tiratori e per l'ufficio e, domenica 3 corrente, venne da Cosenza l'Ispettore Maggiore sig. Rocco per ispezionarlo. Meno pochi guasti cagionati al campo dall'ultimo temporale, l'egregio Maggiore trovò tutto in regola e se ne congratulò con il Presidente sig. Spezzano, coi componenti l'ufficio di presidenza e col segretario sig. F. Amato. L'ufficio di presidenza, in quella circostanza, volle offrire all'esimio ufficiale un pranzo che fu servito nel locale del Circolo dei Cacciatori. Oltre all'ufficio di presidenza e all'Ispettore furono invitati il presidente del Circolo, dottor Varcaro, ed altri soci del Tiro a segno.
(N. 12 del 19 luglio 1904)
Per la Baronessa Compagna del Carretto
Poco prima dell'alba del 14 luglio u. s., spirava in Napoli, circondata dall'affetto della famiglia ed assistita dai conforti della religione, la Baronessa Maria Compagna Del Carretto, madre carissima del Senatore Francesco, del Deputato Gennaro e del Cav. Alfonso. Le esequie ebbero luogo in Napoli alle ore 10 del giorno seguente cui prese parte il fior fiore dell'aristocrazia napoletana, fra cui tanta stima gode Casa Compagna. Parlare dei grandi meriti della defunta Baronessa è un fuor d'opra, perché prima di noi ne hanno parlato i giornali di Napoli e di Roma: diciamo soltanto ciò che Corigliano, patria di adozione della Dama benemerita, ha voluto fare in suo onore. Fin dalle prime ore del 3 agosto u. s. la vasta Chiesa di San Pietro accennava all'imminenza di una cerimonia solenne. Il grande artistico catafalco situato nel mezzo, ai cui lati si leggevano commoventi iscrizioni, pendevano numerose corone di fiori freschi, i ceri che ardevano, e il va e vieni di gente che si affaccendava a dar gli ultimi ritocchi ai preparativi del luttuoso avvenimento, rivelavano già che il dolore non era solo, in quel giorno, di una famiglia, o di un parentado, ma dell'intera cittadinanza Coriglianese. Alle 9, difatti, la chiesa era gremita. Tutte le Autorità locali, tutte le famiglie più cospicue, tutte le classi di cittadini,,erano largamente rappresentate, come del pari non mancava un'eletta rappresentanza della buona società rossanese.
La festa della Madonna della Neve
La festa in onore di M. SS. della Neve, fu qui celebrata il giorno 5 volgente. Il concorso delle genti fu, come negli anni passati, numeroso. Un bravo di cuore al nuovo Abate sig. Domenico Ferrari, il quale nulla trascurò pel buon funzionamento della solennità. Il prof. Battista Canadè, da S. Giorgio Albanese, il tre ed il quattro detto mese, improvvisò belle e sentite parole parlando della fede e della carità. Del caro Battista noi conosciamo abbastanza il merito. E' inutile dire altro. Dopo la processione disse belle parole il sacerdote Amato da Castrovillari. Anche una meritata lode tributiamo al sig. Francesco Dragosei, maestro della nostra banda musicale, il quale ci fece udire bei pezzi nuovi. Vorremmo che gli alunni lo secondassero per fare dippiù. Coraggio, caro Ciccio, dopo la procella, la calma. Da parte nostra abbiamo sempre ammirato i sacrifici da te fatti per condurre gli alunni allo stato in cui si trovano. E il pubblico intelligente, lodandoti, fa il suo dovere. La sera della festa vi furono due fuochi pirotecnici: l'uno vicino la chiesa, l'altro vicino le pagliaie, entrambi non dispiacevoli. Fece pure bella impressione l'ìlluminazione a gas acetilene, preparata da Giovanni Pellegrino. Il giorno otto poi si celebrarono le esequie funebri in memoria della baronessa Compagna del Carretto. Fece l'elogio il dotto sacerdote Canadè, il quale destò ammirazione nell'uditorio per il modo come ben tratteggiò il soggetto.
(N. 14 del 4 settembre 1904)
II "giro artìstico" di Michele Ferri
Si trova tra noi Ferri Michele, da Pagani in prov. di Salerno, il quale fa per la nostra contrada un giro artistico. Profittando di lui il Cappellano della chiesa di San Francesco gli affidò il restauro della bella statua del santo Protettore e del piedistallo di detta statua, che furono eseguiti con molta diligenza e maestria. Dopo questi lavori riuscitissimi, il Ferri fu chiamato a mettere in bello la Madonna del Carmine e quella di Costantinopoli, e tutte e due con piena soddisfazione del pubblico e del clero.
(N. 15 del 28 ottobre 1904)
AVVISO
Nella rivendita di generi di privativa n. 6, in Piazza del Popolo, trovasi un grande assortimento di cartoline illustrate nazionali ed estere di qualsiasi prezzo, nonché uno svariato assortimento di calendari del nuovo anno delle primarie case d'Italia, libri di testo per le scuole ginnasiali ed elementari, libri usati ed oggetti di cancelleria da non temere concorrenza. Ad ogni compratore di due soldi di cartoline illustrate se ne da una in dono. Rivolgersi al sig. Giosuè Coccia.
(N. 17 del 27 novembre 1904)
Il Popolano n° 13 del 30 luglio 1904
Il Popolano n° 17 del 27 novembre 1904