Correva l'anno 1903
Il nuovo parrocco
Nel pomeriggio del 25 suddetto, Monsignor Mazzella metteva nel possesso di questa Parrocchia di Ognissanti il novello parrocco Rev. Pasquale Vulcano. Alla presa di possesso assistevano i parenti
e gli amici in gran numero, che dopo accompagnarono il nuovo Parroco alla sua abitazione, ricevendo lungo la via getti di confetti e di fiori
(Il Popolano n. 3 del 15 marzo 1903)
Il Popolano n. 4 del 3 maggio 1903
Il Popolano n. 6 del 4 giugno 1903
Il Popolano n. 11 del 29 agosto 1903
Festa in casa Attanasio
Una festa geniale, simpatica e improntata alla più schietta cordialità fu data, il sedici di questo mese, dalla distinta famiglia Attanasio per il battesimo del piccolo Alessandro, un amore di bimbo che è venuto da poco ad accrescere la gioia de' suoi genitori, sig. Attanasio Attanasio e signora Gigia Varcasia, del nonno venerando e degli zii affettuosissimi. Gli onori di casa furono squisitamente fatti dal predetto carissimo amico nostro sig. Attanasio e dalla distinta sua consorte, nonché dall'egregio avvocato Gaetano e dalla virtuosissima signorina Lucia. Moltissimi gli invitati, anche forestieri, tra cui eleganti signore e signorine, tutte gaie, piene di grazia e di cortesia, le quali gremivano la bella sala, artisticamente trasformata in una serra, ricchissima di profumi e di poesia. La solenne cerimonia religiosa fu celebrata da S. E. Monsignor Mezzetta, Arcivescovo, venuto appositamente. Madrina la distinta signora Filomena Varcasia- Zumbini, nonna materna del neonato, e padrino l'egregio Avvocato Alessandro Turco, zio di lui, entrambi venuti con altri parenti da Catanzaro ad allietare la splendida festa.
(n. 4 del 3 maggio 1903)
La festa del Patire
Con una nuova solennità, si è celebrata, il 15 maggio ultimo, la festa del Patire. All'insolito commovente spettacolo ha dato luogo la benedizione della bellissima statua che di quest'antica Madonna han fatto costruire, a loro spese, con felice ispirazione, gli egregi signori Vincenzo Tortorelli e Ignazio Noce, dopo cortese permesso dell'on. sig. Barone Compagna, proprietario del secolare edifizio. Immenso il concorso dei Coriglianesi e dei Rossanesi. Molte le messe, fra le quali, due parate, una a divozione del sig. Giuseppe Marino, e l'altra, propria della circostanza, celebrata a cura della relativa Commissione, dal Rev. Canonico Lavorato, venuto da Rossano per delegazione di S. E. l'Arcivescovo Mazzella. La processione - durante la quale furono cantati dei versi felicemente improvvisati dal Canonico predetto - non poteva avere effetto più sorprendente: solenne il momento in cui, fra due ali di popolo agitantesi devotamente per quella vasta distesa di verde, la statua fu fermata a benedire le sottostanti terre coriglianesi e rossanesi!
(n. 6 del 4 giugno 1903)
Passeggiata ginnastica
Felicemente ideata e promossa dal sig. Direttore prof. Achille Tocci d'accordo col sig. Rettore dott. Calabrese e coll'on. Consiglio Amministrativo del Convitto, il 21 maggio ultimo, giorno dell'Ascensione ebbe luogo la solenne passeggiata ginnastica del nostro Ginnasio. Alle 5, gli alunni, accompagnati da tutt'i superiori, sfilarono in perfetto ordine, per la nostra Schiavonea, dove si costuma celebrare quella festa, egregiamente diretti dall'insegnante di ginnastica, prof. Cesare Impagliazzo. Sotto la paterna e savia vigilanza del Rettore, del Censore e degl'Istitutori, gli alunni al regolato esercizio delle membra unirono la dolce ricreazione dello spirito; e quando agili barchette li trassero sul cobalto dello Ionio, tutto solchi e guizzi e iridescenze fantastiche, gridi spontanei di gioia eruppero da' loro cuori e parvero un inno a quell'immenso poema fatto di sole e d'azzurro, che armonizzava stupendamente coi sogni della loro giovinezza. Il pranzo, squisitamente ammannito, a cura speciale del Rettore, in uno dei migliori appartamenti della Schiavonia, offerto dal sig. Gaetano Falco, fu coronato da un magnifico appetito e dalla più geniale cordialità ed allegria.
(n. 7 del 20 giugno 1903)
La festa di S. Antonio
Bella ed attraente nella sua popolarità, il 14 si è celebrata la festa del Santo di Padova. Veramente, essa non è stata che l'epilogo del grazioso spettacolo offerto dall'andare e venir di fedeli nei precedenti tredici giorni di preghiera a divozione del Santo: spettacolo degno di nota anche per ricco sparo di mortaretti durante l'intera tredicina, e la distribuzione di pane ai poveri nei due martedì, assai maggiore che nei giorni omonimi dell'anno. L'orazione panegirica è stata pronunziata dal giovine sacerdote prof. Alfonso Gallo di Bocchigliero, noto e stimato qui e altrove. Splendida l'illuminazione elettrica e quella con lampioncini alla veneziana sospesi a lunghi trofei di mirto, durante la sera della vigilia, quando parlò anche il predetto prof. Gallo, e la sera della festa, che si è chiusa con ottimo fuoco pirotecnico, opera del bravo Antonio Albamonte.
(supplemento al n. 7 del 30 giugno 1903)
(n. 8 del 4 luglio 1903)
Gli avvocati Persiani e Fera in Pretura
Una causa, un po' troppo gonfiata, e portata alla pubblica discussione il 27 dello scaduto mese, ci diede il piacere di rivedere fra noi il nostro carissimo compaesano Prof. Domenico Avv. Persiani, che da moltissimi anni esercita in Cosenza, con altissimo decoro, la sua professione: nonché di fare la conoscenza ed ammirare l'egregio giovine Avv. L. Fera, dello stesso foro cosentino. Benché avanzato negli anni, il Prof. Persiani è sempre giovine d'animo, e nelle sue brevi parole, dette in difesa del suo cliente, ammirammo sempre più la sua grande e incontestata cultura e la sua geniale e misurata facondia. E ci piacque molto il suo appello alla concordia e alla pace fra i suoi concittadini. Parlò anche brevemente e dottamente l'aw. Fera, conchiudendo il suo dire coll'incitare i buoni coriglianesi a dimenticare le offese, a dar bando ai partiti, a stringersi in fraterna concordia, apportatrice sempre di bene.
(n. 8 del 4 luglio 1903)
Donne dall'ira bollente
Nel pomeriggio del giorno 11, in via Portella, Rosina Li Marzi venne a quistione, per frivoli motivi con alcune sue vicine. Nel bollore dell'ira salì in casa di Paladino Lucrezia e da una finestra cominciò a lanciare delle pietre contro le sue avversarie - Una di quelle pietre andò sfortunatamente a colpire in fronte la povera vecchiarella settantenne Avella Maria, che ne avrà per parecchi giorni - Trovatisi a passare di là i Carabinieri, dichiararono la Rosina in contravvenzione ai sensi dell'articolo 475 Codice Penale. Dal fontanino di piazza Municipio, il giorno 13 stavano ad attingere acqua la giovine diciottenne Berardi Giuseppina e la fanciulla Marinaro Filomena. Volendo questa essere prima ad empiere la brocca, la Berardi le diede due scappellotti per moderare la dei lei impertinenza. Allora altre donnnicciuole andarono a chiamare una sorella della Marinaro, anche di 18 anni, la quale appena giunta, prese un orciuolo e lo diede in testa alla Berardi producendole lesione guaribile in 15 giorni. Accorsi sul luogo i Carabinieri, la Marinaro fu subito arrestata.
(n. 12 del 30 settembre 1903)
Una manifestazione di protesta
La sera del 14 corrente, si teneva, nel Largo Plebiscito, un comizio promosso da alcuni proprietari di vigne e negozianti, per protestare contro l'Amministrazione Comunale, che'fa esigere i dazi sulla pasta e sul mosto non nelle proporzioni stabilite dal Consiglio. Parlò in esso l'Avv. Spataro rilevando le ingiustizie e le irregolarità commesse, secondo lui, dall'attuale Amministrazione specialmente per il dazio sul mosto, che dal consiglio erasi ridotto a L. 1.50 al quintale mentre la Giunta lo fa esigere a L. 1.90. Terminato il suo discorso, si votò un ordine del giorno contenente le idee svolte e quindi si andò in massa al Municipio, dove si trovava adunato il Consiglio. Nell'atrio del palazzo Municipale si trovavano schierati Carabinieri e guardie municipali e forestali che preclusero il passo alla folla che non mancava di emettere grida di abbasso e di evviva. I dimostrantoi allora mandarono una Commissione composta dai signori Amato Frane, fu Vincenzo, Fanelli Frane, e Stasi Leonardo, che venne ricevuta dal Sindaco, il quale, dopo inteso i loro lamenti, disse che il provvedimento preso di urgenza dalla Giunta per il dazio sul mosto era stato dettato dalle esigenze del bilancio, avendo il Consiglio stabilito per tale riduzione soltanto lire sette mila, somma che apparisce insufficiente al bisogno - La Giunta perciò ha creduto, diminuire in linea provvisoria la riduzione del dazio, salvo al Consiglio il provvedere nel miglior modo che crede. Dopo ciò la Commissione si ritirava e tutto ritornava nella calma.
(n. 13 del 19 ottobre 1903)
Il Popolano n° 19 e 20 del 31 dicembre 1903