Correva l'anno 1806
Correva l'anno 1806(una tragedia per Corigliano C.)
"II restaurato governo borbonico ebbe un ciclo di vita molto breve e non cogliendo i bisogni della società meridionale, nel 1806 subì l'occupazione francese dell'esercito di Giuseppe Bonaparte la cui azione faceva parte di una più ampia strategia di conquista di Napoleone. Durante l'occupazione, Corigliano contava complessivamente 8.215 abitanti, con un incremento di 2.172 persone rispetto ai 6.043 segnalati nel 1737. Vi era notevole prevalenza di donne, le quali ammontavano a 4.565 (3.800 adulte) contro3.650 maschi (3.020 adulti). Tra gli adulti, 2.340 maschi erano celibi, 2.500 donne nubili e 2.634 apparivano coniugati. I vedovi erano 93 e le vedove 648. La componente maggioritaria della popolazione, concentrata prevalentemente nel centro urbano dove "non vi si respira un'aria molto sana" a causa del vicino fiume - come annotava Lorenzo Giustiniani - era quella dei contadini (1.638), i quali producevano "tutto il bisognevole, e un tempo decantatasi assai gli agrumi". Ad essi si affiancavano 92 impiegati, 322 artigiani, 23 marinai e ben 56 mendicanti, di cui 9 maschi e 11 femmine. I proprietari di beni erano 1.412 e dalle famiglie più agiate provenivano anche i 26 sacerdoti del paese, 22 suore e 13 frati. Nei primi anni dell'Ottocento, la gente di Corigliano fu vittima dell'ennesima carestia. Nonostante queste difficolta la società continuava ad essere divisa dalle lotte politiche e l'odio tra le due fazioni si manifestò in maniera violenta dopo la battaglia di Maida del 6 luglio 1806 quando i realisti borbonici di Corigliano, saputo della sconfitta dell'esercito francese ad opera del generale inglese John Stuart, nonostante il parere contrario del tenente borbonico Salvatore Pugliese, ripresero le armi ed accolsero nella città molti briganti. L'attività insurrezionale fu capeggiata da Serafino Visceglia, Domenico Cundari e Giovanni Andrea Bellucci1020 il cui esempio incoraggiò Francesco Maria Morgia, Alessandro Persiano, Domenico e Gian Vincenzo della Cananea, Giovanni Monterà, Antonio De Luca, A. Casace, Giuseppe Scorzafave, Lorenzo Ferrari, Giuseppe Castiglia e tantissimi dipendendi dei duchi Saluzzo a sposare la causa di Ferdinando IV di Borbone. Il gruppo, mosso da motivi di vendetta personale, non aspettò l'arrivo dei napoleonici per sfogare la propria collera, organizzando delle vere e proprie spedizioni punitive contro i filofrancesi di Corigliano. Nell'occhio del ciclone realista finì Alessandro Grisafi il quale, nel mese di luglio 1806, circondato dalla compagnia di Serafino Visceglia e Domenico Cundari "affine di ucciderlo" fu costretto a fuggire, subendo il saccheggio del proprio palazzo e di una masseria "nel luogo detto il Pesco [...] con appropiarsino degli animali". Nella stessa occasione i briganti si accanirono contro l'abitazione della sorella Eleonora Grisafi, posta "nel luogo detto la SS. Trinità", i cui beni furono condotti nella casa di Maria Melligeni, "donna poverissima (la quale) anni addietro si attaccò carnalmente col predetto Serafino Visciglia, tenendosi l'uno e l'altra come marito e moglie, e per tal illecito attacco esso Visciglia li comprò una casa sita in questa città luogo detto la strada di S. Francesco di Pania, ed i briganti della compagnia di esso Visciglia abitavano nella cennata casa, ove la predetta Maria n'era la ricettatrice"Il 29 luglio , le truppe francesi del generale Reynier si presentarono al Pendino e, ricevuto il rifiuto di avere vitto ed ospitalità da parte del sindaco Pasquale Meligeni, passarono all'attacco trasformandosi in belve assetate di sangue. Due giorni dopo, Corigliano abbandonato dai capimassa, diventò un luogo di morte. L'abitato per cinque ore fu messo a ferro e a fuoco ed ogni rione si trasformò in un agghiacciante teatro di dolore. Agli occhi dei sopravvissuti si presentò, infatti, un raccapricciante spettacolo di orrore, già ripetuto in altri luoghi e descritto dalla penna di Jean Paul Courier in una lettera del 9 marzo 1806, in cui si legge:"qui c'è molto saccheggio e anche un po' di massacro...ci troviamo in una casa saccheggiata con due cadaveri nudi avvicinati alla porta: sulla scala non so bene cosa ci sia ma somiglia molto ad un morto. Nella nostra stanza una donna violentata...l'incendio nella casa vicina...nella nostra casa nemmeno un pezzo di pane...cosa mangeremo?". …"(per leggere le fasi dello scontro ed i nomi dei morti (circa 123)........vi rimando al Capitolo VII di Crono-istoria di Corigliano >>>>