Chiesa di San Francesco di Paola
Denominazione : Chiesa di San Francesco
Descrizione : Costruita nel XVI secolo presso
l'omonimo convento. L'interno a navata unica conserva un pregevole coro ligneo del 1776 (di Pasquale Pelusio) e sulla parete di fondo del presbiterio un dipinto di Felice Vitale da
Maratea , con il Trionfo del nome di Gesù (forse 1584) e al di sopra di quest'ultimo una Santissima Trinità attribuita a Pietro Negroni . Nei
pressi l'ex chiesa di San Giacomo è preceduta da una statua del santo, innalzata nel 1779 per ringraziamento della sua protezione durante il terremoto del 1767.
Indirizzo : Piazza San Francesco
Così, nel 1884, su Crono-Istoria di Corigliano Calabro, Giuseppe Amato scriveva :
La sesta chiesa è quella della SS. Trinità, o di San Francesco da Paola, fabbricata dal Santo Paolano, nel 1458. Ha un prospetto di ordine Dorico, e l’interno d'ordine Corinzio; ha una navata oblunga, con cappelle senza sfondo a destra e sinistra. L'altare Maggiore è impellicciato a marmi dì diverso colore, e s'innalzava sul piano della chiesa per cinque gradini, ora per soli tre. L'ultimo altare a dritta, dedicato al Santo Paolano, ha un quadro del Santo, copia del vero ritratto esistente in Vaticano,opera di finissimo pennello; ed intesi dal fu Sig. Girolamo Varna, essere una delle cose più preziose che abbia Corigliano. In questa chiesa si conservano con molta cura e grande venerazione, una statua del Paolano, scolpita sul legno, e così al naturale, che pare, i suoi occhi ti mirassero in qualunque direzione tu ti mettessi a guardarla. Nel suo petto brilla un reliquiario di argento, contornato di pietre a diversi colori, che chiude un pezzo d'osso del Santo, dono fatto del fu Giovanni Cimino, nel 1825. Un crocifisso di ottone, che il Paolano portava al fianco, e che lasciò nel partire da Corigliano, quale suo ricordo, al primo correttore del nuovo convento. Un pezzo di canna, lungo circa due palmi, di quella canna, che, si dice, aver puntellata alla porta della chiesa nell'assalto dei Turcomanni; chiusa in una teca di argento, lavorata mirabilmente e cesellata, che il fu Baldasarre Solazzi fé eseguire in Napoli a sua divozione nel 1815. La volta di questa chiesa è lavorata a cassettoni di legname scolpiti, come quelli di S. Paolo a Roma. Dietro l'altare maggiore trovasi un bellissimo coro, sulla porta di esso, che mena alla sagrestia, ha la seguente iscrizione:
ODEUM. HAUD. INFORME.
VICARIUS. ISTE. MICELLI.
SCULPENDUM. HOCCEPI
CURAT. AERE. LOCI
FABER LIGNARIUS,
PASCALIS. PELUSIO. BUSCIANENSIS
CELEBAT. ANNO. AERE. DIONISLANAE.
CIO. D. CC. LXXXII.
Ora è ufficiata da un cappellano. Lo stile architettonico di questa chiesa era notevole, ma fu alterato da due successivi pavimenti sovrapposti a quello di battuto, fatto con molto giudizio, quando fu costruita, la chiesa, ch'era quasi a livello del selciato esterno. Nell'epoca della restaurazione di questo convento, cioè nel 1839, piacque covrire il pavimento di piccoli esagoni di lavagna, i quali, pochi mesi or sono, si tolsero, perché corrosi e spezzati, e dopo avervi gittato su della terra cretosa dei monti, vi fecero un nuovo pavimento di rigiole napoletane, elevando così il tutto di un'altro gradino; per lo chè, la porta, che nell'ordine architettonico primiero non aveva gradini, ora ne ha due. Gli altari laterali, che avevano tre gradini, ora ne hanno un solo, l'altaremaggiore, che ne aveva cinque, ora ne ha due. Da questo terzo pavimento n'è avvenuto un altro sfregio, cioè, che da una parte il basamento dei pilastri, essendo sotterrato dal pavimento, il rimanente è rimasto mutilato, come fosse sospeso, non avendo più la proporzione delle basi ben determinate, come erano al tempo del Santo Paolano.
Interno Chiesa di San Francesco di Paola
All’interno, la chiesa si presenta ad un'unica navata; sulle due pareti laterali vi sono una serie di pilastri che formano degli ampi archi leggermente incavati che contengono delle pale incorniciate da stucchi; anticamente sotto le tele erano collocati altari successivamente rimossi. Nel corso degli ultimi restauri effettuati negli anni settanta le pareti furono rivestite da marmi.
La pavimentazione fu rifatta più volte: nel seicento si presentava di malta battuta, nel 1839 vi erano delle mattonelle in pietra di lavagna, nel 1884 era rivestita con maioliche vietresi colorate; dal 1970 il pavimento è stato ricoperto con graniglie e marmi. In seguito a tutti questi rifacimenti, il livello della chiesa si è innalzato sensibilmente tanto che oggi per accedervi bisogna salire quattro gradini che, nel 1991 furono rivestiti di granito.
Il soffitto, dal settecento, si presenta rivestito in legno a cassettoni che presentano al centro dei rosoni scolpiti e dipinti; l’ultimo restauro è avvenuto nel 1985.
L’interno della chiesa, visto dall’altare principale. Sui pilastri laterali si possono notare i quattordici pannelli delle Stazioni della Via Crucis eseguiti in bronzo dall’artista locale C. Cianci nel 1994. In fondo, sulla porta d’ingresso, vi è la cantoria.
La cantoria presenta sulla parete tre riquadri, oggi affrescati, che dovevano originariamente essere finestroni corrispondenti ad altrettanti aperture esterne sulla parete frontale della chiesa. Nel riquadro centrale, la tela ad olio rappresenta “San Francesco che accoglie il cervo inseguito dai cacciatori”, eseguita dalla pittrice locale R. M. De Rosis; le altre tele, eseguite dalla stessa nel 1990, evocano altri momenti della vita del Santo paolano.
Sulla parete di destra, tra le grandi tele collocate sotto gli arconi, vi sono altre quattro tele, due sulla destra e due sulla parete di sinistra, incorniciate da stucchi. La tela che si intravede nella foto raffigura San Gioacchino e, come le altre, è di autore ignoto.
La prima pala di destra risale al settecento e raffigura la “SS. Trinità con due Beati dell’Ordine dei Minimi”; i beati
sono, probabilmente, Gaspare del Bono e Nicola Saggio di Longobardi.
Il pittore, Pietro Costantini, firmò altre tele in altre chiese di Corigliano.
Il pulpito ligneo fu collocato nel settecento; è
finemente intagliato, sormontato da un baldacchino molto ampio.
L’affresco della “Madonna della Melagrana” (così chiamata perché tiene in mano una melagrana, simbolo della sua Castità) è incorniciato da un piccolo arco situato sotto il pulpito; sono venuti alla luce in seguito alla rimozione di un confessionale, che fino agli anni ottanta ne aveva fatto ignorate l’esistenza. Inizialmente doveva essere solo una Madonna con Bambino e trasformata successivamente in Madonna del latte, come fa pensare il seno collocato stranamente sotto il collo.
Il ritratto più venerato è sicuramente quello di San Francesco di Paola, che si trova a destra dell’altare maggiore ed è l’unica pala con altare sottostante. La bella tela raffigura il Santo secondo il ritratto originale e ufficiale che si conserva a Montalto Uffugo.
Sulla parete destra, sotto il secondo arco, troviamo una nicchia con un Crocifisso ligneo. Dopo il pulpito, segue una pala raffigurante San Michele Arcangelo.
Il presbiterio è sollevato di un gradino; fino agli anni settanta era chiuso da una balaustra in marmo bianco. L’altare maggiore, fatto di marmi policromi, è in stile barocco e risale al settecento.
Dietro l’altare principale vi è il coro. Sulla parete centrale vi sono due tele interessanti: la tela della “SS. Trinità” , attribuita a Pietro Negroni, pittore cosentino di fama nel cinquecento, e la grande tela del “Trionfo del Nome di Gesù”, nota anche come “Circoncisione”, attribuita a Felice Vitale di Maratea.
Il coro ligneo risale al 1782, come informa una iscrizione posta sulla porta che da accesso alla
sacrestia. Fu eseguito dall’ebanista di Rossano, Pasquale Pelusio, in stile leggermente barocco.
Lungo le tre pareti sono sistemati quattordici stalli a doppio ordine di panche con una sedia presbiterale centrale.
Sulla parete di sinistra, vicino alla porta d’ingresso, la prima pala è quella della “Madonna del Carmine”, del settecento, dipinta a mezzo busto. La parte inferiore della tela, esssendosi lacerata, fu sostituita nel 1964 da una nuova tela eseguita dalla pittrice coriglianese I. De Novellis.
Sempre sulla parete sinistra della chiesa, si trova la pala della “Madonna di Pompei”, datata 1958 e firmata F.M.M. di Roma. Probabilmente, lo stesso posto doveva essere occupato da un’altra tela di cui non si sa notizia. Segue una nicchia che conserva la statua dell’ Immacolata Concezione; sotto si intravede il confessionale in legno.
La terza pala di sinistra è quella della “Sacra famiglia”. La tela è stata eseguita nel settecento da un anonimo pittore meridionale.
L’ultima pala della parete di sinistra si trova sul presbiterio, a fianco dell’altare maggiore. Si tratta della tela settecentesca che raffigura “L’educazione di Maria Bambina” è datata 1780 e firmata da Giuseppe Pascali, di scuola napoletana. Maria Bambina è raffigurata tra i genitori, Sant’Anna e San Gioacchino.
Alzando lo sguardo, sul cornicione, vi è una serie di vetrate istoriate. Quelle qui riportate sono solo tre delle tante, poste sul cornicione di entrambi i lati della chiesa; tutte raffigurano i più noti miracoli compiuti da San Francesco.
Entrando nella sacrestia si notano una serie di affreschi nella fascia superiore delle pareti, che raffigurano i “Miracoli di San Francesco”. Ogni affresco è racchiuso in una cornice di motivi floreali. A sinistra è raffigurato il miracolo di Martinello; a destra la guarigione di un indemoniato.
La statua, che risale alla metà dell’800, è fortemente venerata da tutta la cittadinanza
coriglianese L’attuale scultura lignea del Santo sostituì un busto in argento che la chiesa possedette fino al 1806,
data in cui il paese subì un violento saccheggio da parte dei francesi.
Alla scultura appartengono due particolari importanti : il reliquiario d’argento inserito sul petto del Santo, dove si conserva
un pezzo del Suo costato, e il bastone d’argento che San Francesco tiene nella mano destra, in cui è conservato un pezzo di canna con il quale, nel 1538, furono miracolosamente preservati la chiesa e il convento dall’incursione
degli ottomani.
Chiesa e Convento di San Francesco di Paola e annessa Chiesa di San Giacomo (XV secolo). La chiesa di San Francesco di Paola (patrono della città dal 1598) è a navata unica con soffitto ligneo a cassettoni e conserva nella sua semplice architettura elementi stilistici settecenteschi.
La Chiesa e il Convento dei frati Minimi vennero costruiti direttamente dal Santo venuto a Corigliano nel 1476 su invito di Girolamo Sanseverino. La chiesa è la IV casa dopo quella di Paola, Pedace e Spezzano Albanese. Questa presenta una facciata di grande semplicità, incorniciata da due lesene terminali che sorreggono un frontone diffusamente decorato, recentemente (2006) sono state riaperte le due finestre barocche.
Dietro il settecentesco altare in marmo si trova un pregevole coro ligneo, opera dell’artigiano rossanese Pasquale Pelusio (1776). Nel presbiterio, sulla parete di fondo, una grande tela di Felice Vitale da Maratea, Trionfo del nome di Gesù. Sopra di essa una SS. Trinità, tavola di Pietro Negroni (1505-1565). Sotto la grande tela durante alcuni lavori di manutenzione nell’autunno del 2005 è stato ritrovato un grande affresco del XIV sec. Interessante, lungo la parete destra della navata, sotto il pulpito, l’affresco che raffigura la Madonna della melagrana, riconducibile al XVI secolo. All’interno della chiesa sono conservate alcune preziose reliquie di San Francesco: un pezzo della sua canna, un cordone, un crocifisso di ottone. Un reliquiario d’argento, contenente un pezzetto del suo costato, è inserito nel busto ligneo policromo del santo. A fianco della chiesa si può notare l’ex chiesa di San Giacomo (Oratorio beato Feltron).
Davanti alla chiesa è posta una statua in marmo del Santo (1779), voluta dalla cittadinanza, dal duca Giacomo Saluzzo e dal sindaco Giacomo Maradea, per ricordare l’intervento del Santo a favore della città durante il terremoto del 14 luglio 1767. Tra la chiesa e il convento troviamo la torre campanaria, in mattoni, che resta visibile solo per i due ordini superiori con in alto l’orologio.
Fonte : Internet (http://www.icleonetti.it/sanfrancesco)
Pro Loco di Corigliano Calabro