Chiesa di S. Anna
Denominazione : Chiesa di S. Anna
Descrizione : La chiesa di Sant’Anna è situata lungo il viale Rimembranze, attigua all’Ospedale Civile. Vi si accede da una ripida
scalinata o direttamente dall’ingresso dell’Ospedale che per alcuni reparti occupa l’antico convento. Costruita dai frati cappuccini nel 1582, la chiesa fu inizialmente dedicata a S. Maria di
Loreto, ma dal Seicento venne identificata dal popolo come “Chiesa di S. Anna” o “Chiesa dei Cappuccini”.
Indirizzo : Viale Rimembranze
Così, nel 1884, su Crono-Istoria di
Corigliano Calabro, Giuseppe Amato scriveva :
L'ottava chiesa è quella di S. Anna, una volta sotto il titolo
di S. M. di Loreto, ovvero dei Cappuccini, che fu fabbricata nel 1582. È formata da una piccola navata, ed a parte sinistra da una mezza navata con tre cappelle sfondate. È una delle più belle
chiese di Corigliano pei lavori antichi, fatti dai frati, e per alcuni preziosi dipinti, che vi si conservano. L'altare maggiore si solleva per tre gradini su di un piazzaletto, alzato dal
livello della chiesa per un gradino, e chiuso da un cancello di legno lavorato ed intagliato. Il Paleotto di quest'altare è tutto lavorato a fiori e ad animali, fra i quali dei pavoni con code
spiegate di smaglianti colori: lavori fatti a scagliola. L'altare è di legno, e nel suo mezzo stà una custodia a forma di castello, tutta di legno rosa, intarsiata di grosse madreperle e
filettata di legno giallo di arancio. Il quadro che stà sopra di quest'altare, è largo quanto tutto il muro, ed è scompartito in sei quadri, diviso da lavori di legno intagliato a basso-rilievi,
raffiguranti fiori, intrecciati in modo mirabile. Prezioso è il quadro del Crocifisso, che sta in cima, eseguito da finissimo pennello; preciso in tutto e nei colori, e nelle penombre, e
nell'atteggiamento. Bello è puro quello di S. Anna, avendo, colorito e penombre finissime. Ai piedi di questo quadro si vede lo stemma dei Principi Pignatelli-Strongoli, perché Maria Giuseppa
Pignatelli-Strongoli, moglie di Giacomo Saluzzi, regalò questo quadro alla chiesa, allorché questa mutò il nome di S. M. di Loreto, in quello di S. Anna. La fuga in Egitto, ed il quadro
antichissimo dell’Ecce Homo, benché ora tutto screpolato, sono bellissimi. Ai fianchi del cancello, che serve di balaustrata al piazzale, su cui si alza l'altare maggiore, vi sono due altarini di
legno, con preziosissimi lavori a basso-rilievi, e fra questi si vede una lapide di finissimo marmo con lo stemma della casa Saluzzi colla seguente iscrizione:
MIXTARUM CINERUM MATRIS FRATRIS FILIOQUE
NON OBLITUS
D. AUGUSTINUS SALUTIUS.CORIOLANENSIUM.DUX.
LEQUILARUM PRINCEPS
GENETRICE DEVICTUS UTERINO GRATUS
DESCENDI PRONUS
MARMOREUM INNUIT DOCUMENTUM
ANNO A PARTU VERGINIS MDCLXXXXII
A parte destra ed in mezzo alla navata, è sollevato un Pergamo
di legno, su di un confessionile, mirabilmente scolpito ed intagliato, come pure il confessionile, che serve di base, è artisticamente scolpito: porta per data 1774. Le tre cappelle,chiuse da
cancelli di legno, benissimo intagliati, filettati sono: quella dedicata alla Madonna delle Grazie, di Ius patronato della famiglia de Rosis. Avea la cupoletta tutta dipinta a fresco, come si
scorge da qualche residuo di pittura. Ha l'altare di legno lavorato a basso-rilievi, le sue colonnette hanno base e capitelli ornati cogli stessi lavori,e sono attorcigliate, e circondate da un
festone, pure intagliato. Il quadro della Madonna è antichissimo e prezioso, si dice, per tradizione, essere opera dello Spagnoletto: fu portato da Roma e complimentato alla Chiesa dal nostro
celebre P. Francesco Longo. È chiuso in una cornice d'ebano intagliata. Ai due corni di quest'altare, quale finimento di esso, sono innalzati, come due piccoli altarini dello stesso ordine e
lavoro, che contengono due quadri, uno rappresentante Gesù che dorme, e l'altro Gesù che fatto fardello della Croce, scala e lancia, allegro e giulivo, tenendo nella sinistra un cestino cogli
strumenti di Passione, muove il passo. Sono due quadri bellissimi, che incantano e per vivacità, naturalezza, colorito e profili. La seconda cappella, pure di Ius Patronato una volta
della Casa Saluzzi, ora di Casa Compagna, avea pure la Cupola dipinta a fresco, ma ora è tutta senza tonica e screpolata; è dedicata al SS. Ecce Homo. Ha pure l'altare di legno lavorato con
mirabile magisterio a basso-rilievi, rappresentante foglie, fiori, e pigne di uva, eseguite con precisione e finezza incredibile: le colonnette attorcigliate e passate da un festone intagliato
ànno base e capitelli lavorati. La statua dell’Ecce Homo, che il P. Matteo Persiani portò dalla Spagna, è di creta, ma dall'Artefice così bene modellata, così ritratta al vivo, che lo scalpello
dei primi artisti non avrebbe potuto fare di meglio, ed è stata giudicata, capolavoro dell'arte. Ai due corni di quest'altare, quale ornamento di esso, sono alzati due altri piccoli altarini
dello stesso ordine, materia e lavoro, che ànno due quadri con Angioli in mesto atteggiamento ed in atto di adorazione, che al certo sono opera di artefice di vaglia. Ai piedi di quest'altare si
veggono tre lapide di marmo di Carrara, uno che porta lo stemma di Saluzzi, ove fu sepellito il primo Duca Agostino, morto dopo pochi anni della compra fatta di Corigliano; e le altre due pure
della stessa famiglia, ma senza stemma, poste una a sinistra, a destra l’altra di quella di Agostino, la quale ha la seguente iscrizione:
AUGUSTINI SALUTII
PATRITII GENOVENSIS
QUI DUM CORIOLANI DOMINIO POTITUR
MORTALIS ORBATUS VITA
AETERNI REGNI HAERES EFFICITUR
VIVI APUD DEUM IN LAETIS
APUD SUOS NUMQUAM EMORITURI IN TERRIS
HOC IN SACCELLO CINERES REQUIESCANT
OBIIT
XVIII HALENDAS SEPTEMBRIS MDCXVI
La lapide posta a sinistra ha quest'iscrizione:
D. 0. M.
D. MARIA CORNELIA INIVREA SALUTIAE
HIC OSSA QUIESCERE SUPERI DECREVERE
VIXII CIVITATIS DOMINA
VlRTUTUM EXSEMPLAR
DUCIS OPTIMA UXOR
ILLUC TENDENS MENTEM UBI FIXA SEMPER CORDE
COELITUM OPTANTI CONSORTIA DISSOLVI CUPIENS
DISCESSIT ANNO AETATIS SUAE SEXAGESIMOQUARTO
MENSE OCTAVO DIE OCTAVO VIGESIMO OCTAVO
OCTOBRIS SALUTIS. MDCLXXXX.
DUX CORIOLANI
MUTUI AMORIS NON IMMEMOR POSTERIS
POSUIT
MARMOREUM NOBILE MONUMENTUM
Sulla lapide a mano destra leggesi la seguente iscrizione:
D. O. M.
MORTEM CORPORIS ASSIDUE MEDITATUS
ANIMAE VITAM CONSEQUI FESTINANS
VIRILI ADUCH AESTATE VIGENTA
SACCELLUM SALVATORIS PATIENTIS
SUIS DEPONENDIS HOSSIBUS
ELEGIT
D. FRANCISCUS MARIA SALUTIUS
DUCIS CORIOLANI
TERTIUS IN ORDINE NATUS
ANNO SALUTIS MDCLXXXVIII
La terza cappella ancora di Ius patronato della famiglia Solazzi, benché abbia l'altare pure di legno, come le altre due descritte, ha però un ordine tutto diverso delle precedenti, infatti ha quattro colonne, intagliate nelle basi e nei capitelli, e fra esse tre vani con statue bellissime; quella di mezzo è di S. Antonio da Padova, al quale la cappella è dedicata; a destra S. Giovan Giuseppe della croce, ed a sinistra S. Felice. Quest'altare ha per finimento lavori d'intaglio a palma; ed in mezzo, come stemma, una palma sormontata da mezza corona; stemma del martirio, perché, una volta, questa cappella e quest'altare erano dedicati ai due martiri Coriglianesi, Nicola Abenante e Leone Somma, come dirò altrove. Tutte e tre queste cappelle non hanno stemma alcuno delle famiglie, che ne hanno il Ius patronato, ed invece si osserva su di esso lo scudo di S. Francesco d'Assisi, che dimostra, che nella fondazione erano del Convento, e che poi tacitamente furono dai frati cedute al maggiore offerente. Questa chiesa che racchiude tanti lavori preziosi, nella soppressione fu chiusa, ma per provvedimento del Municipio, e per cura del Sig. Sindaco, che sapevano l'importanza di tante cose preziose in essa raccolte, fu nel 1870 affidata alla custodia di un laico cappuccino Coriglianese, nomato fra Giuseppe Bonparola,il quale con tutta cura e grande zelo ha corrisposto e corrisponde tuttavia alla fiducia posta in lui:ora è ufficiata da un cappellano dell'ordine dei cappuccini.
La chiesa di Sant’Anna è situata lungo viale Rimembranze, attigua all’Ospedale Civile. Vi si accede da una ripida scalinata o direttamente dall’ingresso dell’Ospedale che per alcuni reparti occupa l’antico convento. Costruita dai frati cappuccini nel 1582, la chiesa fu inizialmente dedicata a S. Maria di Loreto, ma dal Seicento venne identificata dal popolo come “Chiesa di S. Anna” o “Chiesa dei Cappuccini”. Oggi la chiesa è ritornata al suo antico splendore grazie ai lavori di restauro, fatti eseguire da don Santo Aquilino, cappellano dell'attiguo Ospedale Civile. La facciata della chiesa si presenta in stile semplice ed elegante ; il portale è sovrastato da una lunetta raffigurante Sant’Anna con Maria Bambina; ai lati due angeli oggi poco visibili. In cima sovrasta il campanile detto “a vela”, formato da due nicchie che contengono le campane. La campana più grande, in basso, fu fatta fabbricare dai padri Domenicani nel 1747; la più piccola, in alto, è datata 1551. La chiesa, all’interno, si presenta ad un’unica navata; la sua semplicità nella struttura è arricchita da preziosi arredi in legno, con decorazioni pittoriche che evidenziano uno dei momenti più significativi della scultura lignea a Corigliano. Ciò che subito colpisce il visitatore è il polittico che si innalza sull’altare maggiore, opera del famoso pittore umbro Ippolito Borghese. Tre cappelle intercomunicanti tra loro si aprono sul lato sinistro Le ultime due sono separate dalla navata tramite balaustre e cancelletti in legno (un misto di noce, castagno e pino) che sprigionano un tripudio di colori Tre cappelle intercomunicanti tra loro si aprono sul lato sinistro Le ultime due sono separate dalla navata tramite balaustre e cancelletti in legno (un misto di noce, castagno e pino) che sprigionano un tripudio di colori La cantoria è delimitata da una balaustra a grata; la vetrata istoriata raffigura il logo del Giubileo del 2000: le cinque colombe di vari colori, unitamente all’emblema francescano. Due particolari delle magnifiche opere lignee della chiesa. Lungo la navata, prima di entrare a visitare le magnifiche cappelle, diversi dipinti su tela si alternano alle splendide opere lignee. (sotto) Il pulpito si conclude sulla sommità con un baldacchino coloratissimo e arricchito da una bella colomba e da nappe pendenti. Sulla parete destra vi è una tela del XVII secolo che raffigura Gesù sul Pretorio e Pilato accanto a Lui. Sulla parete sinistra, racchiuso in una particolare cornice in legno vi è la stampa su tela della Deposizione del corpo di Gesù. La prima cappella è dedicata alla Santa Madre della Consolazione. Sull’altare, dentro un’ampia cornice in legno, ricca di elementi floreali intagliati a rilievo e policromi si erge una bella tela che ritrae la Madonna con le mani congiunte, databile tra la fine del '500 e l'inizio del '600. Nel dipinto di destra osserviamo Gesù Bambino con i simboli della Passione: la croce sulla spalla nella mano sinistra un cestino contenente: i chiodi, un martello, una corda, un lenzuolo e una piccola croce. Entrambi i dipinti sono da attribuire al pittore umbro Ippolito Borghese. A sinistra, Gesù Bambino, dormiente in un cuore in fiamme e con un'aureola di nove stelle sul capo. Una lapide di marmo, datata 1678, ricorda il diritto di sepoltura dei Baroni De Rosis. La seconda cappella è appartenuta ai duca Saluzzo, come attestano le lastre tombali sul pavimento; è dedicata all'ECCE HOMO. Sulla mensa dell’altare, dentro una cornice lignea lavorata a rilievo in un ricco intreccio di foglie, fiori e angeli, vi è la scultura in terracotta a mezzo busto del CRISTO in passione. L'opera risale alla seconda metà del '500, probabilmente di manifattura spagnola, è stata portata a Corigliano dal cappuccino Matteo Persiani. Magnifico anche il dossale dell'altare, ricoperto da un pregevole paliotto in cuoio che risale alla fine del '600,attualmente in fase di restauro presso la Sovrintendenza alle Belle Arti di Cosenza. La scultura raffigura Cristo sofferente, con le braccia incrociate sul petto ed un' espressione dolorante sul svolto rigato di lacrime e sangue per la corona di spine. Una grande umanità si sprigiona dal suo viso e gli occhi sembrano che ti seguono da qualsiasi angolatura li guardi. Anticamente, la scultura veniva portata in processione per il paese durante gravi calamità che colpivano la popolazione come: alluvioni, carestie, malattie… La religiosità popolare gli attribuiva proprietà miracolose. Ai lati dell’Ecce Homo, dentro la stessa cornice, due angeli oranti contemplano il dolore del Cristo. Entrambi i dipinti sono da attribuire al pittore Ippolito Borghese, autore del polittico dell’altare maggiore. La terza cappella è appartenuta alla nobile famiglia Castriota–Skandeberg ed era dedicata ai santi coriglianesi Nicola Abenante e Leone Somma, due frati francescani morti tramite martirio nel 1227. Col passare del tempo il culto dei santi si affievolì e la cappella fu intitolata a San Felice e poi a Sant’Antonio. Sull’altare si innalza, come nelle altre cappelle, una grande struttura in legno intarsiato e finemente decorato nella quale si aprono tre nicchie contenenti le statue lignee di santi francescani. Nella prima nicchia, a sinistra, si conserva la statua di Sant’Antonio da Padova. Nella seconda nicchia, quella centrale, troviamo il mezzo busto di San Fedele da Sigmaringen, frate cappuccino sacerdote e martire. Nella terza nicchia c'è la statua di San Felice da Candalice, sempre dell'ordine dei Cappuccini, amico di san Filippo Neri e di San Carlo Borromeo. Sant’Antonio da Padova San Felice da Candalice San Fedele da Sigmaringen La lapide di marmo al centro della navata ricorda il diritto di sepoltura della famiglia Saluzzo. Di fronte al confessionale un altare in pietra con le statue di Sant' Anna e di Maria Bambina movimentano la navata Nella terza cappella laterale trova posto anche un prezioso crocifisso in legno del XVII sec. Di fronte alla terza cappella, risalta subito il confessionale che, insieme al pulpito sovrastante forma un pezzo unico. Vicino al confessionale una bella tela di Ippolito Borghese raffigura l’Assunta o la Madonna in Gloria; la Vergine viene incoronata da due angeli mentre altri angeli musici stanno ai suoi piedi. Di fronte alla Gloria di Maria, sul lato destro della navata, un’altra tela del Borghese raffigura l’Annunciazione dell’Angelo Gabriele a Maria; sul dipinto spiccano il giglio della Purezza e la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Il confessionale, scolpito e intagliato egregiamente dagli stessi frati, risale al 1774 e forma un unico pezzo con il pulpito soprastante. Il bellissimo pulpito ligneo, per la sua policromia fa pensare ad intarsi di marmo; in realtà è realizzato con una particolare tecnica che imita appunto le venature marmoree. (a sinistra) Presente sempre l’emblema francescano: sullo sfondo una croce e sopra due braccia incrociate, una di Cristo e una del frate con le mani stigmatizzate. Oggi la chiesa è ritornata al suo antico splendore grazie ai lavori di restauro, fatti eseguire dall'attuale parroco don Santo Aquilino, cappellano anche dell'attiguo Ospedale Civile. Ai lati del presbiterio si ergono due altari in legno e muratura; sono da ammirare i particolari intarsi in legno. Sulla’altare di sinistra, racchiusa in una cornice lignea, è la statua dell’Addolorata. Sull’altare di destra, la statua di S. Francesco d’Assisi. A sinistra dell’altare maggiore si trova il quadro del Beato Angelo d’Acri, un celebre cappuccino che spesso si ritirava in preghiera in questa chiesa; il dipinto risale al ‘700 e il Beato eccezionalmente è stato ritratto a figura intera. L’altare maggiore è dominato da un monumentale polittico seicentesco, composto da sei dipinti e da una grande cornice in legno intarsiato e scolpito a rilievo, opera di frati cappucini, veri maestri nel lavorare il legno. I dipinti, realizzati tra il 1606 ed il 1612, sono una pregevole opera di Ippolito Borghese. La cornice seicentesca è opera di frati cappucini, che veri maestri nel lavorare il legno. Risaltano le dodici teste d’angelo e i simboli cristiani raffigurati sulla sommità della enorme cornice. Sulla mensa il ciborio a tempietto, della prima metà del settecento, è realizzato con legni di diverso colore e intarsi di madreperla e avorio. (ai lati) Dell'altare colpisce la bellezza del paliotto realizzato nel 1733 a scagliola, una particolare tecnica di stucchi colorati che sostituiva i costosi intarsi di marmo policromo. Al centro del paliotto, tra elementi floreali e animali, la Vergine Immacolata, che ha sotto i piedi una luna crescente, antico simbolo di Castità. (sopra) E’ raffigurato San Bonaventura, discepolo di San Francesco e poi vescovo e cardinale. (sotto) Nel riquadro in basso a destra, c'è San Francesco d’Assisi che riceve da un angelo lo scettro con la “Veronica” Al centro, in alto, troviamo La Crocifissione,e sotto la croce, Maria con la Maddalena, San Giovanni e Angeli. Nel dipinto centrale in basso, è rappresentata Maria sul trono con in braccio Gesù Bambino che porge a Sant’Anna la mela, frutto dell'albero del Bene e del Male e simbolo di Redenzione dal Peccato Originale. Sullo sfondo, tre gruppi di angeli musici reggono con leggiadria gli strumenti musicali e gli spartiti. In alto, a destra, è rappresentato San Ludovico da Tolosa. In basso a destra abbiamo l’immagine di Sant’Antonio da Padova, coetaneo di San Francesco d’Assisi e francescano. Nella sacrestia si conservano antichi quadri di santi: (sopra) Santa Lucia; (sotto) Sant’Apollonia. A destra dell'altare maggiore si accede nella sagrestia. Qui, oltre ad arredi del Settecento, sono conservate alcune reliquie di San Giovanni della Croce. In Sant’Anna si custodisce anche una statua lignea del frate minimo Beato Gaspare del Bono, sospeso sulle nuvole. Dello stesso si conserva una reliquia. Altri quadri raffigurano: San Francesco di Paola e……..
la Chiesa di Sant’Anna(sec. XVI) e tradizionalmente chiamata dei Cappuccini. Venne edificata nel 1582, insieme con l’annesso convento -dal 1929 Ospedale Giuseppe Compagna- ad opera del padre Matteo Persiani.
La facciata, tardo barocca, è scandita da tre lesene composite. Il portale d’ingresso architravato è completato in sommità da una lunetta che accoglieva tre affreschi, di cui però oggi è visibile solo quello centrale Madonna con Bambino.
La chiesa conserva numerose opere d’arte soprattutto lignee. Sull’altare maggiore, un monumentale polittico (1607) di Ippolito Borghese (sec. XVII), noto manierista napoletano. L’opera, contenuta in una elegante struttura lignea, è divisa in sei riquadri. Nella parte superiore, una Crocifissione con ai lati un San Ludovico da Tolosae San Bonaventura. Nella parte inferiore, una Madonna con Bambino e S. Anna; ai lati un San Francesco d’Assisi e un Sant’Antonio di Padova.
Sulla parete destra, una stupenda tela raffigurante la Flagellazione di
Gesù di autore ignoto. Meravigliose le opere lignee tra queste un pulpito pensile poggiato su un confessionale e le balaustre finemente
modanate, dopo il pulpito segue unaMadonna in gloria di Ippolito Borghese. Nelle
cappelle di sinistra: una Madonna della conciliazione, con ai lati
due Angeli adoranti di I.
Borghese; un Gesù Bambino dormiente di Borghese; un busto in creta dell’Ecce Homo, portato dalla Spagna dal padre Matteo Persiani; una Annunciazione sempre di Borghese. Il
convento è famoso per aver dato più volte ospitalità al Beato Angelo di Acri (1669-1739).
(Pro Loco di Corigliano Calabro)
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